All’alba i cedri immoti,
le grandi palme assorte,
di là da quelle,
di là da pini e lecci,
dal resto della notte
il rosso del mattino
dilaga all’orizzonte
e il blu del mare
appena s’intravvede. .
Dalle persiane chiuse
la prima luce a lame nel parco degli inganni saetta piante e fiori, uccelli, scimmie e cervi. E’ l’ora del risveglio. D’incanto tutto intorno si desta al giorno nuovo. D’ali il frusciar d’uccelli in volo, le variopinte penne, il cinguettare allegro, lo scalpitio di zoccoli veloci. E’ gran gazzarra di giochi, voli e suoni. Poi, al gorgheggiar dell’usignuol la sera, e’ tutto un rappugliarsi in fretta e immota vita torna a decorar le mura e ad ingannar la vista a chi l’ammira. Lo spettator caduco guarda stupito e invecchia. La cingallegra, il pappagallo e il cervo, d’eterna giovinezza incoronati, beffe di lui si fan, solo e mortale. Così, da sempre, nel tempo senza fine, la casa degli inganni attende il giorno nuovo.