Recensione del film: LA CITTÁ IDEALE , opera prima di Luigi Lo Cascio dove un architetto ( interpretato da regista ) va a vivere a Siena , da lui vissuta come la "cittá ideale" ( e infatti il film verrá girato in parte nel "Palazzo Pubblico" tragli affreschi dell'Ambrogio Lorenzetti sul Buon Governo ) e rimane impigliato ( da iinnocente ) nelle maglie di una Giustizia Kafkiana. Qui ricorda infatti IL PROCESSO dell'autore praghese e l'omonimo film di Orson Welles ( di cui un richiamo espresso é la grande scalinata con le grate ) , e ricorda anche "Schecter Island " di Scorsese : il tema é quello dell'innocente ingenuo ( novello Candido ) impigliato in una rete via via piû inestricabile e in un gorgo sempre piû avviluppante Il film contiene anche una impietosa analisi della Giustizia e una deliziosa indagine sul mondo degli avvocati : tre figure di legali completamente diverse ma ciascuna a suo modo significativa . Inquietante ( ma non sfruttata fino in fondo ) é poi la figura della altissima studentessa d'arte che ama raffigurare scene di cattura , come se fosse una "donna-ragno" , una predatrice , che sta intessendo sul protagonista la una ragnatela: come una metafora di quanto sta avvenendo nella storia Ma il film non porta a termine le promesse e le premesse iniziali e lascia , sopratutto nel finale , l'amaro in bocca.E come una bella metafora incompiuta : aspetteremo un secondo film di Lo Cascio ! UN FORTE SALUTO A TUTTI GLI AMICI E BUON INIZIO SETTIMANA A TUTTI Alfonso Rossi