Le donne lavorano di meno, guadagnano il 30% in meno degli uomini, hanno meno diritti rispetto agli uomini e sono le prime a perdere il posto quando ci sono problemi. Pagano di più in termini di malattie professionali e rischiano di più per gli infortuni, specie per quelli che accadono in itinere. E' il quadro che emerge dai dati Inail forniti dall'associazione Mutilati e invalidi del lavoro che ogni anno dedica alle donne, in occasione dell'8 marzo, una riflessione speciale. I dati dell'Inail parlano di una diminuzione degli infortuni che però va di pari passo con la riduzione del lavoro in seguito alla crisi. Nella Provincia di Fermo lo scorso anno c'è stata una riduzione degli infortuni sul lavoro pari al 13%, per le donne il calo è stato del 10%. su 1920 infortuni 580 hanno riguardato donne, nel 2012 ci sono stati 7 infortuni mortali due dei quali hanno visto vittime le donne. Tantissime le denunce per malattie professionali, dal 2011 al 2012 sono raddoppiate, passando dalle 200 del primo anno alle 464 del 2012. Riguardano soprattutto l'apparato osseo, i muscoli, i tendini, e sono a carico delle donne nell'80% dei casi. Donne sono praticamente tutte le colf e le badanti, con un aumento di infortuni in questo settore del 23% dei casi. Il presidente provinciale Anmil, Gabriele Coccia, insieme con la vice presidente Giuliana Nerla, hanno parlato della necessità di misure per migliorare la sicurezza sui luoghi di lavoro, con una maggiore sensibilità che nasce da una cultura che va diffusa. Per questo l'associazione ha curato a livello nazionale il progetto Omero, con la diffusione di 8 storie di donna, la cui esistenza è completamente cambiata in seguito ad un gravissimo incidente sul lavoro. Secondo l'assessore Elmo Tappatà c'è ancora molto da fare per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro: “E' un valore che deve essere condiviso, una cultura che dobbiamo contribuire a diffondere. Di certo c'è molto da fare”. Secondo il presidente della Provincia, Fabrizio Cesetti, un'azienda che non è sicura va senz'altro chiusa: “Oggi dobbiamo fare una riflessione anche ricordando le due donne che sono stati uccise negli uffici della Regione Umbria, quello che è accaduto è molto grave e bisogna rendersi conto che non si può abbassare la guardia. Le donne sono particolarmente esposte a incidenti e difficoltà, le Marche sono la più alta regione d'Italia per gli incidenti in itinere, le istituzioni hanno il dovere di accompagnare le imprese sulla strada della formazione e della sicurezza”.
Angelica Malvatani