LE ESEQUE DI LUDWIG VAN BEETHOVEN SI SVOLSERO IL 29 MARZO DEL 1827.
QUEL GIORNO I VIENNESI EBBERO LA CERTEZZA DI AVER PERSO QUALCOSA DI VERAMENTE GRANDE, MA L’IMMENSA E COMMOSSA PARTECIPAZIONE NON RIUSCI’ A RISCATTARE, AGLI OCCHI DI COLORO CHE LO AMAVANO, L’INDIFFERENZA RISERVATA AL MUSICISTA NEGLI ULTIMI ANNI DELLA SUA VITA.
IL DEVOTISSIMO COMPAGNO NIKOLAUS ZMESKAL SCRISSE. “ LA SUA MORTE HA SUSCITATO UNA EMOZIONE DI CUI NON SI HA RICORDO…”. DA VENTIMILA A TRENTAMILA PERSONE LO ACCOMPAGNARONO ALLA TOMBA. I COMPOSITORI PIU’ ILLUSTRI, FAR I QUALI FRANZ SCHUBERT, CHE A DISTANZA DI UN ANNO RIPOSERA’ ANCHE LUI ACCANTO A BEETHOVEN , REGGEVANO I CORDONI DEL FERETRO….
SONO IN POCHI A NON RICORDARE E A NON RICONOSCERE QUEI COLPI DI TAMBURO TRE BREVI E UNO LUNGO , CHE , NEGLI OSCURI GIORNI DELL’ULTIMO CONFLITTO MONDIALE , APRIVANO LE TANTO ATTESE TRASMISSIONI DI RADIO LONDRA.
QUATTRO COLPI , SCOLPITI NELL’ARIA E NEL TEMPO, CHIARAMENTE IDENTIFICABILI NELLE PRIME QUATTRO NOTE DELLA QUINTA SINFONIA , CHE RIECHEGGIAVANO COME INELUTTABILI PRESAGI DI VITTORIA E DI LIBERTA’.
“COSI BATTE IL DESTINO ALLA PORTA” HA DETTO QUALCUNO ; FORSE LO STESSO MAESTRO, COME QUALCUNO HA SOGGIUNTO ” E’ L’UOMO DAVANTI AL DESTINO”
BEETHOVEN NON HA MAI AVUTO LA POSSIBILITA’ DI ASCOLTARE LA SUA QUINTA SINFONIA CON UN ORECCHIO NORMALE: QUANDO LA COMPOSE AVEVA 40 ANNI E LA SUA CAPACITA’ UDITIVA STAVA CEDENDO.
CZERNY , UNO DEI SUOI ALLIEVI LO RICORDA COSI’. …”LUNGHI CAPELLI RICADEVANO CONFUSAMENTE ATTORNO AL CAPO….LE SUE ORECCHIE ERANO CHIUSE CON BATUFFOLI DI COTONE INTRISI DI UN LIQUIDO GIALLO…”
REALISTICAMENTE SOLO I BATUFFOLI DI COTONE POTEVANO GARANTIRE QUALCHE SENSAZIONE FAVOREVOLE. ESSI MODIFICANDO IN PARTE LA RISONANZA DEL SISTEMA TUBULARE, COSTITUITO DAL CONDOTTO UDITIVO ESTERNO E, FILTRANDO ALCUNE FREQUENZE, REALIZZAVANO UN PARZIALE MASCHERAMENTO DEI RONZII.
BEETHOVEN STESSO LO CONFERMA…” MENTRE SUONO, L’OVATTA NELLE ORECCHIE , TOGLIE AL MIO UDITO IL BRUSIO CHE SENTO CONTINUAMENTE”
UNA SORDITA’ ANGOSCIOSA CHE INIZIO’ ALL’ETA DI 26 ANNI
CON FASTIDIOSI RONZII E CHE GRADUALMENTE ESCLUSE IL MAESTRO DALLA SUA VITA DI RELAZIONE PORTANDOLO FINO ALLA SORDITA’ PROFONDA.
LE CURE, A CUI RICORRE, SONO LE PIU’ DISPARATE , LE PIU’ BIZZARRE E LE PIU’ CURIOSE, TUTTE EMPIRICHE E TUTTE INUTILI: SUDORIPARI , VESCICANTI, LAVAGGI SAPONOSI, SUFFUMIGI, DIURETICI, BAGNI TERMALI CALDI E FREDDI, DIETE, INSUFFLLAZIONI DI VARIE SOSTANZE NEI CONDOTTI UDITIVI ...
MOLTI FURONO I DOTTORI IN QUESTO PERIODO AI QUALI IL MAESTRO SI RIVOLSE: ANNOVERIAMO IL DOTT SCHMIDT E IL FAMOSO ALL’EPOCA DOTT MALFATTI CHE SUGGERIVA DI CONTINUARE CON IL MAGNETISMO E CON LE TERAPIE TERMALI.
BEETHOVEN DOPO UN FURIOSO LITIGIO RICUSO’ IL MEDICO PER “L’ ATTEGGIAMENTO POCO ONESTO DEL MIO FURBO DOTTORE ITALIANO” E SI AFFIDO’ AL DOTT STAUDENHEIM , CURANTE DEL KAISER, CHE GLI PROIBI’ LE BEVANDE ALCOLICHE ... TUTTO INVANO!
DI SCARSA EFFICACIA RISULTARONO PERSINO I CORNETTI ACUSTICI COSTRUITI DALL’ABILISSIMO MECCANICO DI CORTE JOHANN NEPOMUK MAELZEL, INVENTORE DEL METRONOMO (1816). CHE NE APPRONTO’ QUATTRO, MA IL MAESTRO NE UTILIZZO’ SOLAMENTE UNO APPLICANDOLO ALL’ORECCHIO SINISTRO, PERCHE’ ALL’EPOCA GIA’ L’ORECCHIO DESTRO ERA COMPLETAMENTE SORDO.
IN QUESTO PERIODO, QUANDO IL MAESTRO SUONA, UTILIZZA COME CASSA DI RISONANZA UN COPERCHIO DI LEGNO SIMILE A QUELLO ADOPERATO AL CENTRO DEL PALCOSCENICO DAI SUGGERITORI. LO INTERPONE FRA SE’ E IL PIANOFORTE PER “CONCENTRARE L’ENERGIA E QUINDI AUMENTARE L’INTENSITA’ DEL SUONO” (DICE IL PIANISTA INGLESE CHARLES NEATE NEL 1815.)
LA RISPOSTA A TUTTE QUESTE TERAPIE HA SOLO RISVOLTI DI CARATTERE PSICOLOGICO PER IL MAESTRO, CHE NEL 1816, SCIVE “NON HO PIU’ AMICI E SONO SOLO AL MONDO”. EGLI HA CONTATTI CON IL MONDO ESTERNO SOLO PER ISCRITTO E I SUOI TACCUINI SONO I NOTISSIMI” KONVERSATIONSCHAEFTE O QUADERNI DI CONVERSAZIONE”, CHE PER UN TOTALE DI UNDICIMILA PAGINE COSTITUISCONO UNA TESTIMONIANZA DI VALORE INESTIMABILE SULL’ULTIMO E TRISTE PERIODO DELLA VITA DEL MAESTRO.
NEL 1819 IL LONDINESE TOMMASO BROADWOOD COSTRUTTORE DI PIANOFORTI NE COSTRUI’ UNO, PARTICOLARMENTE ROBUSTO PER IL MAESTRO, CHE APPREZZERA’ MOLTISSIMO PER LA SONORITA’ FORTE E INTENSA: LA TASTIERA DISPONEVA DI 4 TASTI IN PIU VERSO IL GRAVE E DI UNO VERSO GLI ACUTI.
SIAMO NEL 1822 E BEETHOVEN CHIESE DI DIRIGERE LA PROVA GENERALE DEL FIDELIO E RISULTO’ EVIDENTE CHE NON PERCEPIVA NULLA DI CIO’ CHE STAVA SUCCEDENDO SULLA SCENA E…, MENTRE L’ORCHESTRA SEGUIVA I SUOI GESTI, I CANTANTI CANTAVANO PER CONTO LORO: NE SEGUI’ UNA CONFUSIONE GENERALE … IL MAESTRO ERA INQUIETO, AGITATO, CONFUSO E DOVETTE LASCIARE LA SCENA ED ESCLAMO’ AL SUO AMICO SCHINDLER CHE LO ACCOMPAGNAVA “USCIAMO SUBITO!”
DA ALLORA NON TENTO’ PIU DI DIRIGERE.
IN SEGUITO, ALLE PROBLEMATICHE IPOACUSICHE CHE CARATTERIZZAVANO LA VITA DEL MAESTRO, SE NE AGGIUNSERO ALTRE MOLTO GRAVI: L’ITTERO , EMISSIONE DI SANGUE DALLA BOCCA E ASCITE. ANCHE IL FEGATO ERA COMPROMESSO! INVANE LE TERAPIE DEI VARI MEDICI (UN PHUNCH GHIACCIATO AL GIORNO, APPLICARE ACQUA FREDDA SULL’ADDOME, UN BAGNO DI ACQUA BOLLENTE AL GIORNO CON IN SUPERFICIE UNO STRATO DI FOGLIEDI BETULLA….
LE CONDIZIONI GENERALI E IL DEFICIT IPOACUSICO PROGREDIRONO SEMPRE DI PIU’… E IL 23 MARZO 1827 ESCLAMO' “PLAUDITE AMICI, FINITA EST COMOEDIA!”
IL 24 MARZO RICEVE L’ESTREMA UNZIONE
MOLTEPLICI SONO STATE LE IPOTESI E INTERPRETAZIONI PATOGENETICHE PROPOSTE PER GIUSTIFICARE LA IPOACUSIA .
FU EFFETTUATA ANCHE UNA INDAGINE AUTOPTICA DELL’APPARATO UDITIVO CHE PER L’ ASSENZA DI AFFEZIONI FLOGISTICO CRONICO A CARICO DELL’ORECCHIO MEDIO TUTTI GLI STUDIOSI INTERESSATI AL PROBLEMA (STEVENS, SALA,HEMENWAY…) FURONO D’ACCORDO NEL PRONUNCIARSI A FAVORE DI UNA FORMA DI OTOSCLEROSI CON SORDITA’ DI TIPO MISTO A MAGGIOR COMPONENTE NEUROSENSORIALE PER LA PRESENZA DI RONZII, DEFICIT UDITIVO E DISCRIMINATIVO.
DOPO QUESTA LUNGA SERIE DI CONSIDERAZIONI , SORGE SPONTANEA LA DOMANDA SE ATTUALMENTE SAREBBE STATO POSSIBILE TRATTARE LA SORDITA’ DI B.
SICURAMENTE CON LA TECNOLOGIA E LE CONOSCENZE DI OGGI SI SAREBBERO POTUTE INDIVIDUARE LE STRUTTURE E LE SEDI DELL’APPARATO UDITIVO COINVOLTE E DEFICITARIE.
LE DISCUSSIONI, LE IPOTESI E LE VARIE EZIOLOGIE SULLA SORDITA’ DI B SICURAMENTE NON SI ESAURIRANNO MAI, COME D’ALTRA PARTE NON AVRANNO FINE I DIBATTITI E LE CONTROVERSIE SUL RUOLO CHE QUESTA TRAGICA MENOMAZIONE HA POTUTO ESERCITARE SULL’ ATTIVITA’ ARTISTICA DEL GRANDE MUSICISTA.
SOLO L’OPERA N 1 (I TRE TRII) E’ ANTERIORE AL 1796, PERTANTO SI PUO’ AFFERMARE CHE L’INTERA PRODUZIONE MUSICALE SIA STATA CONCEPITA DA UN ARTISTA SEMPRE PIU’ MENOMATO NELL’UDITO.
LA TERRIBILE CONSAPEVOLEZZA DI NON SENTIRE PIU‘ I SUONI DELLA VITA, NON HA IMPEDITO AL SUO GENIO DI TRADURRE IN IMMAGINI E FIGURE MUSICALI TANTO LE DELICATE SENSAZIONI QUANTO LE SUE PODEROSE E REALI INTERPRETAZIONI DEL MONDO.
SI POTREBBE PENSARE CHE L’ ASSENZA DELL’UDITO IN QUALCHE MODO POSSA AVER CONTRIBUITO ALLA PURIFICAZIONE DELLA MELODIA, ESTRANIANDOLA DALLE MODE E DAL MENIERISMO DEL TEMPO ,
” CON LA SORDITA’ , IL SENSO MUSICALE DI B SI CONCENTRA” SCRIVE BILANCIONI.
A TESTIMONIANZA DI CIO’, PER QUANTO CONCERNE, LA POSSIBILE INFLUENZA DELLA SORDITA' SULLA PRODUZIONE MUSICALE, VANNO RIPORTATI DEI RECENTI RISULTATI (LISTON E COLL 1989), BASATI SUL CONFRONTO FRA LO SPETTRO TONALE CARATTERISTICO DELLA PRIMA SINFONIA E QUELLO DELLA NONA , E FRA GLI SPETTRI FREQUENZIALI DI TUTTE E NOVE LE SINFONIE: NON SONO STATE RILEVATE DIFFERENZE SIGNIFICATIVE .
QUESTO SEMBRA DIMOSTRARE COME L’IPOACUSIA DEL MAESTRO NON ABBIA INFLUENZATO LA GAMMA E TESSITURA DELLA SUA PRODUZIOBNE MUSICALE.
MA SE LA SORDITA’ NON HA IMPEDITO LA COMPOSIZIONE, HA SICURAMENTE COSTRETTO B. AD ABBANDONARE LA CARRIERA DI CONCERTISTA ( 1814) ALL ‘ETA’ DI 44 ANNI, ETA’ CHE, PER UN ARTISTA, DI SOLITO RAPPRESENTA IL CULMINE DELLA PRODUZIONE E DEL RENDIMENTO.
DI TUTTA LA SUA VITA, DELLE NUMEROSE E PARTICOLARI SITUAZIONI E DEI MOLTEPLICI E SINGOLARI EPISODI, RIMARRA’ SEMPRE IN NOI L’IMMAGINE DEL FIERO B CHE PASSEGGIA FRA LE COLLINE DI HEILINGENSTADT, MENTRE D’ALL’ARIA, DALLA TERRA, DAGLI ALBERI, DAGLI ANIMALI E DALLA NATURA TRASFERISCE E TRASPORTA LE VOCI NELLE MAGNIFICHE NOTE DELLA SUA PASTORALE.
NON POSSIAMO NON EMOZIONARCI QUANDO DICE” LE QUAGLIE E GLI USIGNOLI L’HANNO COMPOSTA CON ME”.
SIMONETTA CALAMITA