oggi vorrei presentare un progetto che è stato presentato dal mio gruppo di lavoro al SAIE 2012 in occasione del “Green abitat”.
Si tratta della “My smart energy home” ( la mia casa energeticamente intelligente).Il volume oggetto di progettazione concerne un involucro decisamente ad alta efficienza energetica, quindi perfettamente coibentato e accessoriato con infissi ad alte prestazioni termiche, inoltre munito di pompa di calore, impianto solare, impianto FV ed una ventilazione meccanica controllata.
Il progetto prevede anche l’utilizzo di accumulatori con energia al litio, tipicamente di uso industriale, nelle normali e quotidiane attività domestiche, quale risorsa aggiuntiva per lo stoccaggio dell’energia prodotta dall’impianto FV da riusare nei momenti di maggiore necessità in cui la produzione solare è scarsa nulla.
L’ipotesi più estrema, ma comunque praticabile è quella di un edificio “ stand alone” o “out of grid” in completa autonomia energetica, al di fuori della rete di distribuzione dell’energia.
Il progetto è ad oggi avvalorato dal monitoraggio dei consumi effettuato per un periodo variabile da 6 mesi ad un anno, di alcune abitazioni mono-familiari in classe Gold Casa Clima, con ben determinate caratteristiche di cui ora mi limito a precisare i 160 mq. utili su tre livelli con un nucleo familiare di 4 persone, 2 adulti e 2 bambini.
Sulla base di tale configurazione, con un sistema “domotico intelligente” si riesce ad ottenere un drastico abbattimento delle spese di gestione, che nel caso in specie è stato stimato in qualche centinaio di euro all’anno, per l’alimentazione di una unità abitativa a funzionamento totalmente elettrico e nell’ipotesi delle tariffe del 5° conto energia.
I risparmi principali derivano da: - Uso della batteria nelle ore serali o quando l’impianto FV non produce; - Recupero quindi dell’energia in esubero che altrimenti sarebbe pagata dall’ente gestore a tariffe molto basse; - Possibilità di allaccio Enel nella taglia di utenza inferiore da 3 kW ( la batteria può coprire picchi di assorbimento fino a 5/6 kW); - Fabbisogno dalla rete nella fascia di consumo più bassa (kWh/anno); -Ottimizzazione del meccanismo di “scambio sul posto” previsto dal V conto energia;La parte di maggiore attenzione è il dimensionamento dell’impianto Fotovoltaico riguardo alle potenzialità di produzione nei mesi più freddi in cui maggiore è la domanda di riscaldamento, ovvero far si che la produzione stimata sia sufficiente a coprire la ricarica giornaliera dell’accumulatore.
E’ chiaro che saranno possibili diversi schemi di funzionamento del sistema di controllo con diversi scenari di produzione dell’impianto di produzione FV.
In conclusione, anche se un edificio nuovo avrà dei costi aggiuntivi di circa il 15-20% in più rispetto ad uno realizzato con edilizia tradizionale esistono evidenti e costanti risparmi energetici nel corso della sua vita e la non trascurabile sicurezza di approvvigionamento assicurata dall’autoproduzione; aspetto da non sottovalutare nella prospettiva di gravi crisi energetiche mondiali; possibile valutare anche l’aspetto costi-benefici per “l'efficientamento” di un volume esistente e in quanto tempo la spesa di ammortamento si ripagherà con i vantaggi di bollette a consumo zero o quasi, in quanto è possibile calcolare la differenza tra le bollette pagate e quelle che non ci saranno più; e senza tener conto di gravi crisi energetiche mondiali.
Inoltre una larga diffusione di questo tipo di costruzioni consentirebbe anche un significativo risparmio della bolletta energetica nazionale. Stefania Bellabarba