Quando si gareggia in barca a vela, le regole del gioco le fa il mare. Quando lo senti che ruggisce e si gonfia meglio non sfidarlo. Lo sanno bene quelli che volano sulle onde, quelli che tra vento e mare vivono di sport che ieri infatti, a Porto San Giorgio, hanno fatto fatica a prendere il mare. In questi giorni al porto turistico c'è uno spaccato di vita, vissuto da diversi angoli del mondo. Sono i concorrenti del Campionato mondiale di vela classe 2.4, organizzato dall'associazione Liberi nel vento con la Lega navale e il supporto di tante realtà locali e delle istituzioni. La differenza tra disabili e non disabili la vedi sulle carrozzine parcheggiate, sulle protesi appoggiata. Sul mare non la vedi e vince solo chi è più bravo. E allora con lo sport si può vivere una nuova vita, si può reagire e ricostruire. La storia più emblematica di tutte arriva dall'Inghilterra. Luke Sinnott è un capitano dell'esercito, ha 32 anni, ha la crema per proteggersi dal sole che si affaccia in questa mattinata sangiorgese. Ancora troppo fragile la pelle delle braccia, devastate di cicatrici, un corpo robusto e pieno di vita a dispetto delle gambe che non ha più. Era in Afghanistan un anno e dieci mesi fa, tempo contato perché è lì che la vita è cambiata. Ha avuto un incidente, dice, capita in guerra che si diventi eroi perdendo un pezzo di vita. Gli è rimasto il sorriso, la bellezza del suo viso e la voglia di fare sport, l'hanno chiamato 'capitan coraggio' a Londra, per le Paraolimpiadi si è arrampicato con le braccia soltanto per appendere la bandiera del suo paese. Dice che lo sport faceva parte della riabilitazione, la vela la praticava anche prima ed è l'unica disciplina nella quale, se sei in difficoltà, non ti devi adattare perché le condizioni sono uguali per tutti. Vale anche per i suoi colleghi, ognuno con una storia diversa in Afghanistan, con esiti molto simili. Vale per Craig Wood, 21 anni appena, che in guerra ha lasciato anche una mano, vale per l'appuntato Steve Palmer, 30 anni, senza più gambe ma con la stessa identica voglia di reagire. Passa intanto la giovane inglese che in barca sta dando dei punti a tutti, nonostante la metà del corpo paralizzata. In acqua non c'è distinzione, sei tu, la tua storia e il mare, col talento che devi dimostrare. Sono i giorni in cui l'associazione Liberi nel vento compie dieci anni di storia, a regalare le emozioni del mare ai fermani, chiunque essi siano, su due gambe o sue ruote.
Angelica Malvatani