L’auspicio del Segretario Regionale del PD di “avere quattro Province” è destinato a rimanere tale - come dallo stesso ammesso - sulla base delle vigenti disposizioni legislative che nelle Marche prevedono, senza possibilità di eccezione, oltre ad Ancona e Pesaro-Urbino, la terza Provincia che dovrà nascere dal riordino di Ascoli Piceno-Fermo-Macerata. L’auspicio del Segretario Ucchielli è, però, del tutto ingiustificato perché accredita l’idea che la nascita della Provincia di Fermo sia stata un errore. Senza voler ribadire le note e giustificate ragioni che hanno portato al riconoscimento dell’autonomia del territorio fermano - tra l’altro ottenuta, come poche altre, con il percorso indicato dalla Costituzione -, possiamo oggi affermare senza alcuna possibilità di essere smentiti che la Provincia di Fermo ha conseguito a distanza di soli tre anni la piena e totale autonomia tanto da garantire alla popolazione di riferimento, anche in momenti drammatici, tutti i servizi di competenza pur in presenza di consistenti tagli dei Governi che si sono succeduti in questi anni. E ciò ha fatto, anche con il contributo fondamentale delle donne ed uomini del PD, contenendo al minimo sia i cosiddetti costi della politica che quelli di funzionamento. Invero, la Provincia di Fermo “costa” meno del 43% della vecchia Provincia madre in quanto ha un esecutivo con metà degli Assessori con indennità al minimo; in 3 anni ha ridotto i dirigenti da 11 a 6 ed opera con 240 dipendenti, anziché con i 305 che le sarebbero spettati in base alle percentuali di ripartizione. Se il Governo vuole possiamo dare qualche esempio di spending review! E’ questa anche la dimostrazione che l’Istituzione Provincia, se si vuole, può costituire un esempio virtuoso di governo del territorio con ricadute positive sul tessuto socio-economico-produttivo dello stesso, tanto che gli indicatori della Provincia di Fermo, in controtendenza sui dati nazionali e regionali, per l’anno 2011 sul 2010 dimostrano una crescita dei volumi di export del 21,8%, così come l’andamento delle imprese manifatturiere ha fatto registrare i seguenti incrementi: fatturato + 1,2%, ordinativi + 1,2%, produzione + 1,7%, fatturato estero + 1,8%. Sarebbe importante che il Segretario Ucchielli - con la sua autorevolezza politica, unanimemente riconosciuta e comprovata anche dagli importanti incarichi istituzionali ricoperti, tra i quali quello di Presidente della Provincia di Pesaro Urbino e dell’Upi Marche - si spenda affinché il Presidente della Giunta Regionale delle Marche promuova la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte Costituzionale per la dichiarazione dell’illegittimità costituzionale delle recenti disposizioni sul riordino delle Province. E’ questo l’unico modo per ribadire che le Province, quali articolazioni della Repubblica al pari dei Comuni, delle Regioni e dello Stato, non possono essere spazzate via a Costituzione vigente con un decreto legge, né tantomeno con un semplice atto amministrativo. Uno strappo simile alla Costituzione rappresenta un grave vulnus alla democrazia, disarticola l’architettura istituzionale del Paese e determinerà il caos nei territori. E con l’occasione ribadisco che - per le ragioni già spiegate in una mia intervista del 19 agosto scorso - sarà necessaria un’attenta riflessione circa la opportunità o meno di procedere alla formulazione dell’ipotesi di riordino in attesa della decisione della stessa Corte Costituzionale, che si dovrà già pronunciare il 6 novembre prossimo. E se la Corte Costituzionale dovesse ritenere legittimi i provvedimenti legislativi che ci interessano, ci sarà da costruire una nuova Provincia con un nuovo nome che dovrà nascere dalle ceneri delle attuali tre Province. Un Ente che non avrà, però, alcun peso, i cui organismi non saranno eletti dai cittadini, con competenze limitate e risorse nulle e nel costruire questo “Ente di secondo grado” - e su questo concordo con Ucchielli - dovremo dimostrare di avere a cuore l’interesse dei cittadini anche nella scelta del capoluogo. Su questo punto non potrà sfuggire a nessuno, e sono certo che non sfuggirà neanche ad Ucchielli, che la città di Fermo - in grado, tra l’altro, di ospitare tutti gli Uffici periferici dello Stato - può mettere a disposizione la sua oggettiva baricentricità non soltanto geografica, ma anche socio-economica.
Il Presidente della Provincia di Fermo Fabrizio Cesetti