Alessandro Cruciani, di ragguardevole famiglia montegranarese, per quanto poco noto rappresenta una emblematica figura di intellettuale dell’800, romantico uomo di cultura, apprezzato musicista nonché versatile poeta e latinista. Nacque a Montegranaro il 24 maggio 1841 e già da bambino dimostrò predisposizione alla musica ma anche predilezione per le lettere. Dopo aver seguito gli studi a Fermo, fu avviato alla carriera ecclesiastica nel rigoroso e importante Collegio Capranica a Roma, dove continuò la sua formazione musicale (presentando, anni avanti, il suo curriculum per un incarico di maestro di cappella, scrisse di aver svolto attività musicale per ben nove anni «sotto la guida de’ più accreditati maestri»). Ben presto accortosi che l’abito talare non era tagliato per il suo futuro, decise di avviarsi allo studio delle72 leggi fino a che, nel 1869, ebbe l’occasione che aspettava in campo musicale candidandosi per l’incarico di maestro di cappella della Collegiata di Sant’Elpidio a Mare. Ottenuto il posto, si trasferì definitivamente a Sant’Elpidio dove sposò Christina Berdini, di buonafamiglia locale. In Collegiata fu maestro di cappella per soli due anni fino al 1871, sostituito da un altro noto musicista, Giulio Pompeo Colombati. Le ricerche di alcuni musicologi locali hanno riscoperto recentemente il profilo di un musicista di talento e di un uomo di raffinata cultura. Proprio al periodo elpidiense si riferisce la sua più nota attività. Di quegli anni restano alcune opere, conservate nell’archivio di famiglia: messe, sonate sacre, sonate per organo e voce, mottetti, melodie. Libero da incarichi, si dedicò al panismo (si racconta – come cita Giovanni Conti nella Strenna di Montegranaro – di un suo incontro romano con Listz, dal quale avrebbe avuto anche lezioni e che non avrebbe risparmiato elogi per il suo talento) componendo l’opera in tre atti Ildegonda, la Sinfonia moderna e altre sonate di autore romantico. Il suo Cor Jesu, dedicato a Leone XIII e dato alle stampe, gli diede la maggiore notorietà, anche interviste su importanti riviste musicali del tempo. La sua presenza come pianista e autore di brani da concerto al Teatro «Cicconi», come raccontano le cronache, riceveva ogni volta consensi entusiastici. Fu anche poeta, sia in lingua sia in latino, componendo versi ed epigrafi soprattutto in occasione di importanti eventi cittadini. Ma la musica restò la sua passione centrale, tanto da lasciar scritto che le sue composizioni si sarebbero dovute eseguire anche dopo la sua morte, che avvenne a Sant’Elpidio a Mare il 22 marzo 1912. Giovanni Martinelli