Una festa della donna diversa, con il protagonista che non ti aspetti, un Vittorio Sgarbi in grande forma che ha cominciato il suo intervento con una vera provocazione. Ha parlato di prostituzione e di donne che scelgono di lavorare col proprio corpo, senza alcuna forzatura, donne per le quali chiudere le case di appuntamento è stato un errore: “La senatrice Merlin, socialista, ha voluto restituire una qualche dignità alla donna, idea progressista di rendere una donna libera, rimandarla sulla strada, senza più controllo neppure sanitario”. E ancora, la difesa dei diritti di tutti, nella consapevolezza che ognuno sceglie cosa fare della propria sessualità, scherzando con l'amico Saturnino Di Ruscio. E ancora, i suoi racconti, le donne raccolte in giro per l'Italia e lasciate dopo pochi mesi, il racconto attorno ad una foto del suo passaggio a Fermo, diversi anni fa, con una bella ragazza accanto e un incontro col Vescovo Bellucci. Tutto quello che non ti aspetteresti, per la festa della donna, con quel maschilismo neppure tanto vago che fa parte del personaggio. Ad invitare Sgarbi a Fermo i quattro Rotary del territorio, da Fermo all'Alto fermano, Porto San Giorgio e Montegranaro, con il supporto del critico d'arte Stefano Papetti, per una serata che in realtà era dedicata al libro di Sgarbi, “Piena di grazia”. Varie idee delle possibilità del mondo femminile, prima di finire per parlare davvero del suo lavoro, di un libro dedicato ai volti delle donne, ed è a quel punto che il pubblico si incanta: “Un libro serio, rigoroso, partendo da un tema che oggi è centrale, senza ammiccamenti. Le donne sono in almeno quattro quinti delle opere d'arte, parlare di loro è parlare di tutta la storia dell'arte. Pensiamo alla preminenza della figura di Maria, con almeno 15 diversi temi. Penso al vostro Rubens, che mi è stato prestato dall'amico Di Ruscio. L'ho chiesta in tre occasioni in prestito, per mostre importantissime per le quali sono passati almeno 100 mila visitatori. Ho fatto incontrare con i loro lavori Rubens e Caravaggio grazie alla vostra opera, a Messina, per la prima volta i due pittori si sono guardati negli occhi con la loro arte, attraverso due capolavori dipinti nello stesso anno, stessa dimensione, stesso tema, l'adorazione dei pastori. Si vede che Rubens fino all'ultimo ha cercato di essere al pari di Caravaggio che però è sempre un passo avanti, si sono incontrati dopo 400 anni come fossero ancora vivi. Ancora ringrazio per questo la città di Fermo”. Tra il pubblico in silenzio ad ascoltare, l'onorevole Remigio Ceroni, lo stesso ex sindaco Di Ruscio, tanti fermani, arrivati per un incontro aperto dall'assessore comunale alla cultura Francesco Trasatti, che ha sottolineato: “Nel giorno dedicato alle donne, parliamo di cultura che è arte e femminilità, per riflettere sul concetto di bellezza e sul valore della donna”. Angelica Malvatani