2012.03.15 “Il Tribunale Ecclesiastico Regionale Piceno con sede in Fermo” di Angelica Malvatani

Pubblicato il 15 Marzo 2012 da admin

Angelica Malvatani

Un lavoro silenzioso, fin dentro la vita delle persone, e il risultato è che da qui emerge la fotografia di chi siamo e di quello che succede ai nostri legami più stretti. Sono i numeri diffusi dal Tribunale Ecclesiastico Regionale Piceno, che ha sede a Fermo, un anno di lavoro attorno all'universo delle coppie unite in un matrimonio che non c'è più. Nel 2011 sono state presentate 88 cause provenienti maggiormente dalla diocesi di Fermo (22 cause equivalenti al 25%), 13 dalla diocesi di Macerata, 10 dalla diocesi di Ancona, 8 da quella di S. Benedetto del Tronto, 6 da quelle di Fano e di Ascoli e a decrescere dalle restanti diocesi. Quest’anno si è verificata la coincidenza tra donne ed uomini che hanno introdotto lo stesso numero di cause di nullità: l’età si aggira sui quarant’anni per gli uomini, leggermente minore è quella delle donne. La maggior parte di queste ultime sono impiegate mentre la maggioranza degli uomini sono operai.  La coppia tipica che ricorre all’annullamento non ha figli, è rimasta sposata da 1 a 7 anni, nella maggior parte dei casi aspetta da 1 a 5 anni dalla separazione di fatto prima di presentare la richiesta di nullità, anche se non mancano ricorsi più tardivi, trascorsi più di quindici anni, è separata legalmente, non ancora divorziata. Il capo di nullità che si chiede più frequentemente al Tribunale Ecclesiastico di verificare è il grave difetto di discrezione di giudizio in entrambi i coniugi, seguito o accompagnato dall’incapacità ad assumere gli obblighi coniugali ora nell’uomo, ora nella donna, alcune volte in tutti e due, ma accanto ad essi anche motivi di simulazione parziale del consenso concernenti l’esclusione dell’indissolubilità del vincolo e l’esclusione della prole da parte di uno di essi. Le cause decise nel 2011 sono state 121, le sentenze emesse e pubblicate 147; le cause decise affermativamente, cioè che dichiarano la nullità del matrimonio, sono 97 di cui 71 per riconosciuto grave difetto di discrezione di giudizio, 19 quelle negative e 5 rinviate ad un ampliamento di istruttoria.  Le cause pendenti all’inizio dell’anno erano 306; considerato che sono state evase 147 cause con sentenza e 3 sono state archiviate, l’attuale carico di lavoro di questo Tribunale al 31 dicembre 2011 risulta essere di 244 cause. Numeri e storie che sono stati illustrati all’inaugurazione del nuovo anno, al Tribunale Ecclesiastico Regionale Piceno, all’auditorium Armando Marziali di Villa Nazareth. A spiegare cosa succede nell’universo della coppia, Don Mario Colabianchi, il vicario giudiziale, che racconta: “Si assiste ad una generale diminuzione delle richieste di annullamento del matrimonio che però parla anche di un calo dei matrimoni religiosi, il legame del 'per sempre' spaventa, si fanno scelte diverse, le convivenze, le relazioni senza impegno. Qualche volta è anche un problema economico e si sceglie di non sposarsi per non avere una responsabilità in più”. Perché si arriva invece a chiedere un annullamento che è quasi un voler rinnegare quello che è stato? “Principalmente per motivi religiosi, per non sentirsi lontani dalla Chiesa, anche se la Chiesa non li scomunica di certo, anzi. Si sentono distanti per coscienza e vogliono tornare nella comunità religiosa in pieno, magari darsi un'altra possibilità per un nuovo matrimonio religioso”. Un percorso complesso, due i gradi di giudizio, uno a Fermo e l'altro a Firenze, un tempo di due anni e mezzo e 525 euro di spese di partenza, con la possibilità di avere un patrono stabile come avvocato gratuito, pagato con l'8 per mille: “Un tempo, due anni e mezzo, prosegue Colabianchi, che vale come ricerca della verità dentro al matrimonio, spesso mancano i figli, spesso c'è la paura di perdere la libertà. Nella sostanza è un problema di maturità dei coniugi. Incontriamo spesso persone ferite, un'umanità disperata a cui cerchiamo di ridare una speranza, di spiegare perché vale la pena aprirsi alla vita, agli altri. Capitano sempre di più situazioni estreme, abbiamo addirittura rateizzato i costi per le persone in difficoltà, siamo davvero nel cuore di una crisi che si misura anche da qui”. Colabianchi spiega che manca la giusta informazione attorno al procedimento di annullamento del matrimonio, si temono i costi eccessivi e un percorso complicato: “In realtà c'è un percorso serio che indaga alle origini di una sofferenza, di sicuro non si affronta con leggerezza nessuna situazione ma se c'è la giusta convinzione e una motivazione fondata non vi sono ostacoli”. Angelica Malvatani

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