Ha 82 anni Emidio Grisostomi Travaglini, lo sguardo che brilla e l'anima di un ragazzino. Solo pochi giorni fa il professor Grisostomi, specialista in ortopedia e traumatologia, era in Africa, nello Zambia, ad operare bambini, a cambiare vite con interventi che qui da noi sono semplici e laggiù consentono di dare futuro a piccoli sfortunati. E' una storia che va avanti dagli anni '90, Grisostomi, che è stato primario di ortopedia prima all'ospedale di Porto San Giorgio e poi di Fermo, è partito per la prima volta, chiamato dai missionari francescano che gli chiedevano di aiutare soprattutto i bambini. Un colpo al cuore che il dottore racconta così: “Pensare che si muore per cose che qui da noi si affrontano quotidianamente mi dava un senso di ingiustizia profondo. Ho pensato che qualcosa si poteva fare ed era doveroso farlo. Ho cominciato a girare per cliniche e ambulatori di amici, di altri medici, che mi hanno messo a disposizione apparecchiature che non servivano più, nel nostro mondo fortunato, ma che laggiù fanno la differenza”. Grisostomi in quell'anno era presidente del Rotary club di Fermo e ha dato inizio ad un'avventura grande dentro il “Progetto Zambia”. Il risultato è stata l'apertura, nel 1999, di un ospedale, a Lusaka: “Lo Zambian Italian Orthopaedic Hospital è stato inaugurato nel luglio del '99, dal presidente della Repubblica dello Zambia, una festa grande e per me un'emozione unica. Da allora sono andato regolarmente, molti ortopedici sono partiti con me finendo per formare una èquipe locale che oggi interviene su diverse situazioni di handicap dei bambini. Un problema molto diffuso in quell'area, vista anche la consuetudine di contrarre matrimoni tra consanguinei”. Grisostomi non ha alcuna intenzione di fermarsi, la sua missione personale non si è ancora conclusa. Per portare ancora finanziamenti e aiuti a quell'ospedale ha pensato di raccontare la storia della sua famiglia, dentro un libriccino pieno di belle foto e di documenti, un'opera n vendita proprio per raccogliere fondi da mandare a Lusaka: “Soprattutto ho pensato che fosse necessario custodire una certa memoria. La mia famiglia ha sempre avuto una reale attenzione per gli altri, ci sono state personalità che davvero si sono spese per i più sfortunati, non volevo che i miei nipoti perdessero il senso di quell'esperienza. Una storia che si lega idealmente con quello che facciamo in Africa e dunque mi pare che si possa dare fondamento al mio progetto proprio raccontando di noi”. C'è la storia di Emidio Grisostomi Travaglini, il nonno da cui il professore ha ereditato il nome, direttore generale della Cassa di Risparmio di Fermo che portò ad un ragguardevole libello di efficienza. Suo figlio, Giuseppe, morto in giovane età si è battuto per la costruzione della ferrovia Porto San Giorgio Fermo Amandola mentre la nonna, Lucia Grassi Grisostomi Travagliani, insieme alla contessa Cordella ha creato l'istituto Sagrini, di cui è stata presidente per anni. E ancora, il papà, Vincenzo, commendatore, dottore in agraria, ha portato avanti una politica di sviluppo dell'agricoltura marchigiana. E ci sono le foto del palazzo dei Grisostomi, in via Lattanzio Firmiano, quattro piani e una vista sui Sibillini che incanta, una cappellina di famiglia e pitture che raccontano storie ed emozioni. Dunque, da un passato di grande generosità ad un presente vissuto all'insegna dell'amore per gli ultimi, verso un futuro che anche in Africa parla fermano.
Angelica Malvatani