Chiunque venga all’Istituto Tecnico Montani è spinto da un interesse scientifico e tecnologico che lo porta a ricercare gli attrezzati laboratori o la competenza del personale, eppure la prima struttura che si incontra entrando nella storica sede del Triennio, proprio di fronte alla scala che porta agli uffici, è la Biblioteca: essa ha sempre costituito un vanto per l’Istituto che non vuol essere un tecnico qualunque,perché in esso la preparazione storico- letteraria è stata da sempre curata anche grazie al notevole patrimonio della biblioteca che possiede. La struttura sorge nei locali che un tempo avevano costituito la dimora del Preside dell’Istituto e la prima sala, quella riservata alle raccolte enciclopediche,ne mostra ancora con orgoglio il soffitto affrescato; nelle sale adiacenti , adibite a sale studio e di lettura, sono sistemati i numerosi testi di indirizzo e di scienze matematiche e fisiche,divisi per settori e facilmente consultabili grazie alla predisposizione di un catalogo on.line. La Biblioteca ha le seguenti sezioni moderne: Letteratura italiana e straniera, Storia, Didattica, Storia della scienza, Matematica e Fisica, Chimica, Meccanica, Elettrotecnica, Elettronica, Informatica. Ma il vero patrimonio da scoprire è nel lungo e bellissimo corridoio che ci accoglie all’entrata: nei secolari armadi in legno, opera degli antichi falegnami dell’Istituto delle Arti e dei Mestieri “G. e M. Montani”, si possono trovare i testi che parlano di un tempo memorabile, di oltre 150 anni fa quando un giovane ingegnere francese,Ippolito Langlois, venne a Fermo per formare meccanici e capocantieri navali utili al territorio e alla nazione,per trasformare la già nata Opera Pia in una scuola tecnica moderna, sul modello del Conservatorio d’arti e mestieri che aveva avuto la fortuna di frequentare a Parigi. E sono tutti lì i suoi libri: il nucleo più significativo e suggestivo è una raccolta di volumi-dispense litografati, datati tra il 1836 e il 1867, usati nelle écoles politécniques francesi. Sono corsi di fisica, di chimica, di meccanica arricchiti da interessanti e nitidissimi disegni. Accanto ad essi, altrettanto rara, è una collana di volumi di Meccanica pratica dell'ingegnere A. Morin edita a Parigi tra il 186O e il 1863 (il Morin era stato il maestro di Langlois). La serie di volumi francesi, prevalentemente di meccanica, giunge fino al 1890 e risulta di notevole interesse documentario per lo studio delle applicazioni industriali di cui la Francia aveva fino a quella data il primato. Seguono quelli in lingua tedesca, di meccanica e di elettrotecnica, datati all'incirca tra il 189O e il 192O. Un settore significativo è costituito da un serie di Raccolte di Tavole che fungevano da modelli per gli allievi. Prevalentemente datate tra il 186O e il 1920, le più antiche riproducono modelli artistici e decorativi usati nella Scuola di Arti e Mestieri, mentre le tavole di fine Ottocento sono modelli di disegno meccanico ed elettrotecnico. Per l'interesse tecnico-scientifico, la cura dei particolari e l'uso del colore tra tutte si distinguono due raccolte parigine, edite da Monrocq attorno al 1890, riproducenti elementi o parti di locomotive e di macchine industriali. Appartengono ancora al fondo di interesse storico alcuni esemplari di Enciclopedie dell'Ottocento, e i volumi pubblicati da emeriti direttori ed insegnanti della scuola: E. Garuffa, ingegnere meccanico e direttore delle Officine, P. Contaldi, insegnante e direttore del Laboratorio di Meccanica, G.Veroi, ingegnere che inaugurò, nel 1906 la sezione e il Laboratorio di Elettrotecnica, C. Ciamberlini, matematico e ricercatore di spicco nazionale. Il patrimonio culturale e storico rende unica la Biblioteca scolastica del Montani, ma si vorrebbe renderlo ancora più fruibile con una nuova sistemazione che mira a creare un “percorso nel percorso” inserendo nel patrimonio della Biblioteca, una mostra di strumenti storici già destinati al costruendo Museo Montani. Da qualche anno è divenuta una piacevole e gradita consuetudine presentare questo ricco e raro patrimonio alle scolaresche in visita all’istituto,consuetudine che è stata estesa anche a visitatori esterni in occasione del TREKKING URBANO nella città di Fermo; l’apprezzamento che questo bene artistico-culturale ha riscosso e il rammarico per non averlo scoperto prima, ci ha spinto a renderlo pubblico e maggiormente accessibile alla cittadinanza. Prof.ssa Lucilla Antinori