Poco dopo la sua morte, il paese lo onorò con solenni celebrazioni, dando anche alle stampe una biografia, ma oggi sono ben pochi a ricordare la figura di Patrizio Gennari, personaggio che trascorse la sua vita fra lo studio della natura, della botanica in particolare, e gli ideali risorgimentali. Nato a Moresco il 24 novembre 1820, studiò a Macerata per poi laurearsi in medicina a soli 22 anni a Bologna. Tornato nelle Marche, ottenne l’insegnamento di botanica e matematica presso l’Università di Macerata, dove rimase fino al 1848. Membro del collegio medico-chirurgico di Macerata, fu in questi anni che iniziò a dedicarsi con passione alle ricerche e allo studio della flora appenninica, con frequenti viaggi per osservare la nostra montagna alla scoperta di piante e fiori sconosciuti. Giovane di sentimenti liberali, non mancò di seguire il suo impegno politico in un periodo determinante per la storia italiana, soprattutto a Macerata dove la storicizzata presenza della carboneria da tempo tramava cambiamenti. Nel 1848, allo scoppio della prima guerra per l’indipendenza, si arruolò volontario nella Legione Romana rimanendo ferito al volto nella battaglia di Monte Berico. Ciò non gli impedì un forte attivismo nel corso della Repubblica Romana. Ancora a Macerata, quando nel 1849 Pio IX fuggì a Gaeta e fu proclamata la Repubblica, fu chiamato a far parte del comitato di salute pubblica edel circolo popolare. Come rappresentante dei collegi di Fermo e Macerata prese parte ai lavori della Costituente romana. Inevitabile che, alla restaurazione pontificia, fosse costretto a lasciare Macerata e a riparare a Genova, nello stato sabaudo. Qui insegnò per alcuni anni al liceo, e nel 1857 ottenne la cattedra di botanica presso l’Università di Cagliari, città dove immediatamente si trasferì e dove rimase fino alla morte. Al periodo sardo si riferisce la maggiore attività di studi e ricerche botaniche e naturalistiche del Gennari, che diede anche alle stampe il frutto di un così meticoloso e ampio lavoro. Degli anni cagliaritani le sue pubblicazioni Isocteographia italiana (1869), Flora di Caprera (1870, evidentemente i suoi contatti con Garibaldi furono ripresi nel periodo del suo esilio), Specie e varietà rimarchevoli da aggiungere alla flora di Sardegna (1893, ultimo suo contributo allo studio della flora della sua nuova terra, ricco di scoperte rispetto al passato). Patrizio Gennari morì a Cagliari l’1 febbraio 1897. Ancora oggi è riconosciuto come uno dei pionieri della studio della botanica, e come uno straordinario osservatore della flora dei nostri monti. Nell’orto botanico di Torino è conservato un suo erbario.