“Finora non abbiamo parlato, se non con notizie diffuse attraverso i normali canali. E’ evidente a tutti che non è un bell’inizio d’anno per la Provincia di Fermo e per la Regione Marche. L’alluvione che ha colpito tutto il territorio provinciale ci ha messo in ginocchio, tra l’altro in una fase in cui si pensava, dopo aver completato la fase difficile dell’autonomia, di avviare i grandi progetti che pure erano in campo”. Con queste parole il Presidente della Provincia di Fermo, Fabrizio Cesetti, ha aperto la conferenza stampa, convocata presso la Sala Operativa Integrata di Protezione Civile, per tracciare un primo bilancio dell’emergenza maltempo. “Questa è stata un'autentica bomba d’acqua, che non ha precedenti. Ma noi ci rialzeremo, anzi, ci stiamo già rialzando. Purtroppo, e questo è l’aspetto più triste e drammatico, la furia delle acque ha portato via una ragazza di vent’anni ed un uomo. E questi non verranno restituiti da nessuno. Noi, oltre ad esprimere anche in questa sede il cordoglio alle famiglie ed alla comunità di Casette d’Ete, dobbiamo ripartire da qui perché proprio il sacrificio di un uomo che andava al lavoro e di una giovane ragazza ci deve dare la forza di andare avanti, di non mollare, più determinati che mai. Ecco, se pensiamo a quel sacrificio, nella tragedia possiamo e dobbiamo trovare la forza, senza polemiche. E’ successo l’imponderabile, ed uso le parole del nostro Prefetto Minunni: “Non ci sono stati ritardi, i tre morti sono conseguenza di eventi incontrollabili”. Abbiamo fatto qui una riunione giovedì con il Direttore regionale della Protezione Civile, Dott. Roberto Oreficini, ieri l’abbiamo fatta con il Prefetto Minunni e con il Commissario prefettizio Dott.ssa Zarrilli, sempre alla presenza di tutte le Forze dell’Ordine e dei loro vertici provinciali. E dall’esame di queste situazioni, purtroppo, è emerso come l’intervento dell’uomo non poteva fare altro. Voglio cogliere l’occasione perché credo sia giusto ringraziare tutti coloro che, nella notte della tragedia in tutto il Fermano e nelle notti successive, hanno presidiato il territorio tempestivamente e hanno evitato il verificarsi di altre tragedie. Quindi, voglio ringraziare i dirigenti, i funzionari, tutti i cantonieri della Provincia che sono stati sul territorio e hanno vigilato, e con loro tutto il sistema della Protezione Civile, tutte le Forze dell’Ordine, dalla Polizia ai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza al Corpo dei Vigili del Fuoco al Corpo Forestale dello Stato. Tenete presente che avevamo avvertito già il 28 febbraio, con un fax diramato dall’Assessore alla Protezione Civile alle 18.36, tutti i Sindaci delle possibili esondazioni e della necessità di presidiare il territorio. Abbiamo immediatamente attivato la S.O.I.; io stesso il giorno successivo nella Conferenza delle Autonomie, presenti i Sindaci, ho invitato alla massima allerta. L’invito è stato fortunatamente raccolto da tutti, perché la notte del disastro il territorio era completamente presidiato in tutte le sue parti, con posti di blocco che hanno evitato il transito in zone vietate. Se non ci fosse stato tutto questo, credo che purtroppo avremmo registrato altri drammatici eventi. E’ il segno evidente che il territorio ha tenuto. Questo per dire che anche la compostezza delle persone colpite dalle tragedie umane e dai danni materiali, dimostra che le Istituzioni ci sono state. Fatta questa premessa, vorrei ricordare che la Provincia di Fermo ha nei suoi cassetti i progetti pronti per intervenire per la sistemazione idrogeologica dei fiumi, progetti inviati a tutte le autorità competenti. Teniamo presente che ad oggi, in un anno e mezzo di vita, siamo intervenuti con fondi prevalentemente propri per mettere in sicurezza alcuni fiumi, tra cui l’Ete Vivo. Questi interventi hanno tenuto e hanno evitato ulteriori tragedie. C’è un dato su tutti: nel periodo dell’esondazione dell’1-2-3 giugno 2009, prima che arrivassimo noi (ricordo che questo territorio in un anno e mezzo ha subito 3 esondazioni), sono caduti 104 millimetri di pioggia in 72 ore. Questa volta ne sono caduti 96 in appena 36 ore. Potete capire la portata dell’evento soltanto da questo raffronto. In questa occasione chiediamo l’intervento, che ci è stato assicurato, della Regione e l’intervento da parte dello Stato. Immediatamente, il 2 marzo ho richiesto sia la dichiarazione dello stato di emergenza sia la dichiarazione di eccezionale calamità naturale e l’ho trasmessa all’ufficio territoriale del Governo e alla Regione. Il Presidente Spacca è in contatto con il Governo, io stesso ho parlato con i parlamentari marchigiani, tra cui l’Onorevole Ceroni, che ho incontrato ieri, e ho sollecitato un immediato intervento del Governo come c’è stato per il Veneto, con la stessa tempestività. E già siamo in ritardo. Il Governo deve intervenire perché la Provincia di Fermo, da sola, non ce la può fare. Tra le altre cose vorrei ricordare che quella sui fiumi è una funzione delegata e che per questa funzione i finanziamenti ci devono essere dati per la messa in sicurezza. Qui sono necessari finanziamenti per gestire l’emergenza, e finora lo abbiamo fatto con fondi propri. Sono necessari finanziamenti per la ricostruzione delle opere spazzate via. Sono necessari finanziamenti per la messa in sicurezza idrogeologica dei fiumi. Lo dobbiamo ribadire con forza: questi finanziamenti non sono nella disponibilità dell’Ente Provincia e non lo possono essere. Quindi ci devono essere girati dalla Regione e dallo Stato. Noi siamo pronti, i progetti ci sono, li abbiamo già predisposti, attendiamo i finanziamenti ed in tempi brevi. Poi sono necessarie risorse per il sostegno alle attività che sono state messe al tappeto. E lo abbiamo visto nel nostro territorio: finanziamenti per l’agricoltura, ma anche finanziamenti per le attività produttive e per gli interventi sugli edifici di civile abitazione. Per questo motivo, abbiamo fatto un incontro con il Direttore regionale Oreficini nella giornata di giovedì e siamo in attesa della dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governo, alla quale dovranno seguire i rilievi dei danni, da parte degli Enti pubblici come Comuni e Provincia, e da parte dei privati. All’esito dovrà seguire l’ordinanza di assegnazione delle risorse. Danni che oggi, come Provincia, stimiamo in circa 47,5 milioni di Euro: per quanto riguarda i corsi d’acqua e gli immobili sono 30 milioni di Euro. E qui non stiamo bluffando perché non si bluffa sulle tragedie. D’altra parte, se i rappresentanti del Governo vogliono possono farsi un giro nel territorio come lo abbiamo fatto noi. Poi ci sono 17,5 milioni per quanto riguarda le strade provinciali. Questa è la situazione. Noi non ci arrendiamo, però come è stato fatto per il Veneto lo si faccia per quel che riguarda la Provincia di Fermo. Devono capire le autorità, lo deve capire il Governo, lo deve capire la Regione, che bisogna mettere in atto interventi di prevenzione e di messa in sicurezza perché tutte le risorse che oggi sono necessarie per la ricostruzione, per risarcire giustamente i privati che sono stati colpiti. Pensate se queste risorse fossero state date agli Enti prima e fossero stati fatti gli interventi. Noi siamo pronti, questi progetti li abbiamo, li inseriremo all’interno del Piano Territoriale di Coordinamento e l’abbiamo già previsto nelle linee di indirizzo in modo organico. Il PTC dovrà prevedere la sistemazione idrogeologica dei fiumi e dei corsi d’acqua, un loro censimento, che già abbiamo, ma lì bisognerà intervenire con opere strutturali e definitive. Non è possibile più fare interventi tampone: noi sappiamo dove intervenire, come intervenire e abbiamo i progetti a disposizione che abbiamo inviato alle autorità competenti. Chiediamo che ci vengano assegnate queste risorse. Un’altra cosa voglio dire: tutti devono vigilare, affinché sulle tragedie nessuno vada a speculare. Bisognerà censire realmente le attività che sono state danneggiate e solo quelle dovranno essere risarcite. Inoltre, questi interventi strutturali sono necessari perché bisogna disciplinare anche il comportamento dei cittadini, perché talvolta i fiumi si “ribellano” all’incuria degli uomini. Troppo spesso si interviene in modo dissennato da parte di privati sui corsi d’acqua e questo non è più possibile. Per intervenire in modo drastico, e lo faremo, bisogna prima intervenire in modo strutturale per la messa in sicurezza”. Sulla questione specifica del fiume Ete Vivo, il Presidente Cesetti ha ricordato gli interventi dalla foce verso monte (finanziati con risorse provinciali) che hanno permesso una maggiore tenuta durante le ultime precipitazioni. Prossimo obiettivo, in tempi rapidissimi, i lavori (affidati in soli 3 mesi) per l’innalzamento del ponte sulla Statale, con carreggiate a quattro corsie, una pista ciclabile ed una passerella pedonabile. Si tratta di interventi che il Settore Genio Civile ha inserito in un progetto quadro per la messa in sicurezza del fiume per 12 chilometri, dalla foce fino ad Ete Caldarette, per un importo di 3.200.000 Euro e con un primo stralcio già in appalto. Nel corso dell’incontro l’Assessore Offidani, nel sottolineare l’attenzione e la piena disponibilità da parte del Presidente regionale Spacca e del Direttore Orefini, incontrati in mattina a Casette d’Ete, ha ribadito la fragilità del sistema infrastrutturale del territorio, un sistema che necessita di interventi radicali. “Con il nostro PTC partiremo da queste lezioni e saremo molto determinati nel dire che bisogna ripensare l’idea di sviluppo. Abbiamo una viabilità a pezzi, su cui avevamo investito molto, creando delle buone condizioni, mentre oggi siamo al 60% della rete viaria colpita da danni importanti. Anche su questo fronte vogliamo dare una risposta immediata ai cittadini ma per farlo chiediamo al Governo di inviare subito le risorse necessarie”. “Si tratta - ha aggiunto Cesetti - di investimenti per oltre 7 milioni di Euro che questa Provincia ha fatto nel suo primo anno e mezzo di attività, e che sono stati spazzati via. Era prossima, ad esempio, l’inaugurazione della Valdete. Tutto questo non è più possibile, occorre fare qualcosa nell’interesse di tutti”. Offidani ha anche ripercorso alcuni passaggi dell’ attività della precedente Giunta provinciale di Ascoli Piceno, con interventi lungo diversi assi fluviali ma sempre condizionati da risorse esigue. Sullo stato del ponte di Casette sull’Ete Morto, il Genio Civile ha rassicurato sulla tenuta della struttura e sul ripristino in poche ore della viabilità, anche se a senso unico alternato. Circa 50 i volontari che nella giornata di oggi hanno collaborato con i cittadini per la pulizia delle strade e delle abitazioni. Situazioni di criticità rimangono in Contrada Camera di Fermo, con strade spazzate via e danni molto significativi. Per le richieste di risarcimento, la Provincia ha già predisposto una scheda che verrà inoltrata a tutte le Amministrazioni comunali per un rilievo ed una stima dei danni. La situazione lungo la costa, dopo qualche disagio, in particolare a Casabianca, è ritornata nella normalità, così come lo stato della Strada Provinciale tra Fermo e Porto San Giorgio. Il Presidente Cesetti ha anche annunciato la convocazione a breve di un Consiglio provinciale straordinario. “Capisco che il momento è particolare – ha detto l’Assessore Marinangeli – ma mi preme ricordare come la Giunta Cesetti in questo anno e mezzo avesse messo in piedi un progetto di prevenzione. Ritornando alla questione dell’Ete, nonostante una piovosità concentrata in 36 ore, il fiume non ha avuto i danni che si sono riscontrati nel giugno del 2009. Il sistema di monitoraggio e prevenzione ha retto. Si tratta del Progetto Fiumi, assegnare cioè tratti di fiume alla Protezione Civile per avere un controllo mensile di tutto il sistema idrografico della Provincia. Questo sistema, che è in progetto pilota attivo sulla Valdete, ci ha dato momento per momento lo stato del fiume. I dati che arrivavano in SOI erano assolutamente scientifici e con misurazioni altimetriche che ci permettevano di monitorare la crescita del fiume ogni mezzora. I lavori fatti sono stati mirati e hanno cambiato l’evento. Il progetto pilota ha avuto un riscontro in termini di efficienza. Se potessimo avere le risorse per spostare questo progetto pilota in tutti le altre aste fluviali, potremmo capire momento per momento cosa succede. Questo significa non solo prevenire ma anche ottimizzare gli investimenti per la manutenzione dove serve. Con l’occasione, vorrei ringraziare tutto il sistema del volontariato per il loro straordinario lavoro nel corso di tutti questi giorni”. “Se si interviene in modo organico - ha affermato Cesetti - lo si deve fare una volta per tutte, con il concorso di tante iniziative: progettualità seria, risorse per attuare quella progettualità, continuo monitoraggio e prevenzione, e soprattutto disciplina anche da parte dei cittadini. Bisogna ragionare anche sulla questione aviofaunistica, valutando le varie esigenze, perché la sicurezza dei cittadini è e resta una priorità”. Su questo versante, Marinangeli ha concluso ricordando le vasche di espansione che hanno evitato la tracimazione del Tenna.