Una città più sicura è anche una città più civile. Da ieri Fermo è un po’ più sicura, grazie al progetto del Rotary <Una scossa per la vita>, grazie all’impegno di volontari e del Comune.
Sono tre i defibrillatori che sono stati donati proprio alla città, per garantire una possibilità di salvezza a chi dovesse essere colpito da arresto cardiaco, la cerimonia in piazza del Popolo, alla presenza degli studenti delle scuole superiori della Boemia centrale e dei ragazzi del corso di laurea in infermieristica.
Uno dei defibrillatori sarà sistemato proprio nella sede dell’università, in via Brunforte, il secondo nel palazzo comunale, il terzo deve ancora essere destinato.
Adoriano Santarelli, direttore del corso di laurea fermano, ha spiegato: <L’arresto cardiaco colpisce nelle Marche mille abitanti ogni anno ed è causata da aritmie cardiache, riconosciute dal defibrillatore semiautomatico e interrotte dalla defibrillazione elettrica. Tutti i cittadini italiani possono essere addestrati all’uso del defibrillatore in ambito extra ospedaliero, unico sistema per salvare molte vite umane>.
Riconoscente il sindaco Paolo Calcinaro che ha insistito sull’importanza della prevenzione e degli screening, anche cardiologici.
Il prefetto Vincenza Filippi ha parlato di un gesto che è prova di grande civiltà: <Non tutte le città riescono ad avere queste risorse, questo dono è un grande esempio di solidarietà di cui ognuno di noi deve essere assolutamente fiero>.
Per il Rotary c’erano la presidente del club di Fermo Stefana Scatasta e il Governatore del distretto 2090, Basilio Luigi Ciucci, che ha ribadito la volontà del club di creare reti sempre più strette e forti.
E ancora, presente il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi, e il presidente del corso di laurea Giampiero Macarri, i medici del Murri e i referenti dell’Area Vasta 4 che pure supporta l’iniziativa.
Il progetto <Una scossa per la vita> è nato ormai 12 anni con Paolo Signore, medico e già presidente Rotary che ha spiegato: <All’inizio si parlava poco di defibrillazione, nella prima fase del nostro progetto sono stati donati 30 defibrillatori alle forze di vigilanza operanti nella provincia di Fermo. Nella seconda fase il progetto si è concretizzato con la defibrillazione in postazioni fisse. A Porto San Giorgio sono stati posizionati 8 defibrillatori, oggi partiamo con Fermo. La cosa importante a cui teniamo di più è la cultura della riabilitazione cardiopolmonare, ci sono stati nel tempo anche sbarramenti ideologici su questo, si tolgono le paure di toccare una persona a cui purtroppo capita un arresto cardiaco. Al di là del numero, abbiamo formato una popolazione nel territorio del fermano di oltre 560 soggetti, persone comuni che possono intervenire in caso di difficoltà, è una popolazione importante che è capace di tenere in vita una persona a cui purtroppo capita un arresto cardiaco>.
Angelica Malvatani