Il caldo che arriva da dentro è quello di una famiglia, di una tavola apparecchiata, un divano e una televisione.
Al Ponte si cerca soprattutto questo, la vicinanza, una soluzione alla solitudine, uno spazio per riposare magari dopo aver trascorso la notte al freddo di una macchina, aspettando di venire qui per una doccia e un sonno più sereno.
È una trincea di solidarietà, un luogo dove si resiste, il presidente dell’associazione parla di un momento delicato, qualcuno si è allontanato, molti si sono rifugiati nelle proprie case e non vogliono più occuparsi delle povertà: <Il momento è difficile per tutti e allora finiamo per rifugiarci nell’egoismo, è un atteggiamento che si può capire ma sicuramente ci fa male, fa male a tutti. Avevamo più aiuti, più attenzione una volta, oggi siamo di fronte a problematiche sempre più complesse e serve l’aiuto di tutti>.
A Natale una persona che ha chiesto di restare anonima ha voluto far pranzo qui e portare sollievo a chi c’era, un dono importante perché fatto col cuore in un giorno speciale e nessuno dovrebbe stare solo durante le feste.
E poi arriva come da tradizione il Rotary Club di Fermo, per primo è stato l’ex presidente Giuseppe Amici e poi tutti gli altri, da Silvana Zummo fino al presidente di oggi, Emanuele Intorbida.
L’obiettivo del Club è stato quello di ridurre le spese all’osso, per trovare risorse da donare all’Associazione, per dimostrare una vicinanza reale.
Alla fine è stato consegnato un assegno di 3 mila euro, anche grazie alla lotteria e alle donazioni dei soci, una tradizione che si è rinnovata con affetto: <Per noi è un dovere essere qui, sottolinea il Presidente Intorbida, non vogliamo farci pubblicità per vantarci ma semmai per dare un esempio, per far capire che ognuno di noi può fare quel poco che alla fine fa la differenza. Per noi è davvero un onore essere qui e dare una mano a chi lavora e ai volontari del Ponte, una realtà seria e davvero indispensabile>.
Un incontro al quale ha preso parte l’assessore ai servizi sociali, Mirco Giampieri, per dire che l’amministrazione comunale è al fianco dei volontari e degli operatori, nel cercare risposte alle fragilità. Gallucci ha ribadito la speranza che i fermani si riavvicino al Ponte, nella comprensione, nella conoscenza: <Non fa paura quello che si conosce, noi siamo qui tutti i giorni, anche durante le feste, e ci piacerebbe sentire intorno un clima di affetto e di amicizia. Abbiamo tanti doni, tante persone che ci stanno vicine ma è proprio in un percorso di condivisione reale che ci sentiamo un po’ più soli>.
Angelica Malvatani