Tema del mese di Aprile 2008: Il giornale Cari Amiche ed Amici rotariani, Il tema del mese di Aprile, anche se apparentemente sembra meno attraente rispetto a quello di altri mesi poichè si presta meno a delle considerazioni di ordine generale, è altrettanto di rilievo data l’importanza della stampa come strumento operativo del Rotary. E’ attraverso la stampa rotariana che ci facciamo conoscere, ma soprattutto è attraverso di essa che conosciamo noi stessi. Purtroppo troppo spesso tendiamo a sottovalutare ed a sottoutilizare il suo straordinario potenziale. Più ci addentra nel Rotary e più si capisce e si apprezza il valore delle sue persone e delle sue azioni al di là di quella retorica che è così diffusa e che ne rappresenta in qualche modo una sorta di male oscuro. Ed in effetti frequentemente la stampa rotariana viene strumentalizzata a fini autocelebrativi con la banalizzazione dei suoi contenuti. Noi sappiamo che nel Rotary vi è una grande necessità di conoscere per poter partecipare, di far conoscere in tempo utile le attività e le iniziative per poterle sostenere in modo efficace. Troppo spesso la stampa rotariana viene utilizzata per riportare in modo agiografico quanto accaduto più che per anticipare quanto dovrà accadere. I problemi che il Rotary si trova a fronteggiare sono notevoli, basti pensare a quello dell’effettivo, reale e virtuale (i Rotariani e gli iscritti al Rotary); alle ritualità obsolete e devianti che rischiano di allontanare le forze vive e vitali dal nostro consesso; alla modalità di relazionarsi con le istituzioni; al ruolo sociale che il Rotary deve svolgere sul proprio territorio; alla necessità di reperire risorse, economiche e non solo, per poter soddisfare al meglio la propria missione senza cadere nella questua ma catalizzando energie fluttuanti nella società alla ricerca di un soggetto affidadabile di riferimento; alla disperata necessità di conoscenza delle modalità operative del Rotary, troppo spesso sconosciute o disattese, tanto per citarne alcuni. Ebbene, tutti questi argomenti e tanti altri di pari importanza e criticità non trovano nella stampa rotariana una risonanza adeguata. Questo non vuol dire che non vi siano dei richiami specifici, altamente qualificati, che però, come potremmo dire in gergo televisivo, non bucano lo schermo, non provocano una reazione, non stimolano il dibattito sulle pagine dei nostri giornali, cadono in una sorta di indifferenza che altro non è se non il timore di fare una introspezione i cui risultati potrebbero essere non sempre gradevoli. In altri termini, per lo più la stampa rotariana è una stampa di maniera, imbalsamata, che non riflette in alcun modo quella vivezza di dibattito che ho potuto toccare con mano nelle mie ormai tante peregrinazioni distrettuali. Non compaiono mai le critiche costruttive con le quali mi sono confrontato con grande piacere, non compaiono i dubbi che mi sono stati presentati da molti, ma non compare neanche quell’entusiamo ingenuo, vero, bello, di tanti che si sentono in imbarazzo nel manifestarlo in un consesso in cui la “seriosità” sembra avere preso il sopravvento. Per essere letto un giornale deve essere vivo, e per essere tale deve affrontare i problemi veri e reali coi i quali ognuno di noi si confronta nella propria attività rotariana di ogni giorno. E questo potrà succedere solo se i rotariani sentiranno la necessità ed il piacere di appropriarsi dei propri organi di stampa sia a livello di club che di distretto per farne una arena per quel confronto di opininioni diverse che è la vera ricchezza del Rotary. Delle problematiche particolari si devono registrare nella stampa rotariana di livello nazionale ed internazionale, che è sicuramente più distante dal cosiddetto “Rotariano medio” ed in cui gli interessi coinvolti possono sollevare problematiche in grado di interferire in modo determinante nella vita del Rotary. Un esempio per tutti, le reazioni determinate a suo tempo dalla gestione della rivista nazionale che hanno rappresentato uno degli elementi di maggior rilievo nella serie di sciagurati eventi che hanno portato alla disgregazione dell’Istituto Culturale Rotariano. Non possiamo non sottolineare con grande amarezza come, purtroppo, ancora oggi vi sia la necessità di dover intervenire in modo determinato per cercare di riportare gli organi di stampa rotariana nazionale ad un maggior equilibrio e ad una maggiore linearità di conduzione. Carissimi amiche ed amici rotariani, la stampa rotariana è la nostra voce, sfruttiamola fino in fondo per esprimere le nostre aspirazioni, per fugare i nostri dubbi, per confrontare le nostre idee, per lanciare nuove proposte; diamo corpo ai nostri sentimenti rotariani così come ognuno di noi è in grado di fare, secondo le proprie capacità e possibilità. Abbandoniamo il timore di sentirci inadeguati. L’unica condizione che si richiede è che i nostri contributi siano sintetici, permeati di vero spirito rotariano, scevri da sterili polemiche e da spocchiosa presunzione, caratterizzati da uno spirito costruttivo anche se critico e soprattutto che siano rispettosi della grammatica. Affettuosissimi saluti Massimo