Ferdinando Bracciforti rappresentò la figura del libero pensatore che alla caduta dello stato pontificio e al conseguente scontro fra posizioni liberali e clericali, contrappose le tesi razionalistiche dell’unitarianesimo inglese che, rifacendosi al dibattito dei primordi della Chiesa, negava la trinità per riaffermare l’unicità di Dio.
Nato da famiglia comitale a Fermo il 15 novembre 1827, studiò dai barnaniti nel collegio di Parma, città dove fu ammesso come paggio alla corte della granduchessa Maria Luisa. Le sue posizioni liberali esplosero nei sommovimenti del 1848, che lo videro arruolarsi volontario nelle truppe piemontesi e combattere a Pastrengo e Novara. Presa la laurea in legge, preferì dedicarsi agli studi delle lingue sia antiche sia moderne, inglese in particolare, che insegnò per oltre quarant’anni nei principali istituti milanesi, fra i quali il Politecnico.
Lo studio dell’inglese lo avvicinò alla cultura dei popoli anglosassoni, dei quali non si limitò ad approfondire usi, costumi, storia, arte e letteratura, ma anche a condividerne le posizioni religiose radicali. Lentamente lasciò la chiesa cattolica per avvicinarsi a quella evangelica prima e all’unitariana successivamente: schierato contro il conformismo cattolico, la sua mancata apertura alla modernità, il suo integralismo di posizione, conobbe e poi condivise le tesi unitariane.
Nel 1860 aderì a Milano alla chiesa evangelica italiana, e iniziò una vasta campagna di promozione delle sue idee al tempo in cui il papato avrebbe, con il Sillabo, posto fine a ogni tentativo di riforma e di apertura verso le nuove concezioni.
Nel 1869 fondò a Milano il periodico Riforna del secolo XIX ossia l’Unitarismo religioso, al quale aderirono importanti figure del risorgimento italiano. Scopo della pubblicazione portare un contributo all’informazione e diffondere le tesi del movimento, sfruttando l’insofferenza dei cattolici e di molti loro movimenti.
Corrispondente della Lega internazionale per la pace e la libertà, propagandò l’unità come garanzia per la pace tra popoli, dimostrandosi convinto europeista. Ma le sue posizioni, marginali rispetto alla grande comunicazione, non ebbero presa che lui sperò, pur rappresentando un contributo alla direzione del pensiero nazionale verso tesi religiose, contro il tentativo di forte laicizzazione della società. Grazia a lui fu aperta a Milano nel 1870 la prima sede italiano del movimento.
Intensa la sua attività professionale e di scrittore. Pubblicò più edizioni di dizionario inglese-italiano e italiano-inglese, nonché un vocabolario di nomi mitologici, geografici, onomastici. I dizionari e il suo Corso graduato e completo di lingua inglese, furono ristampati per decenni dopo la sua morte. In campo religioso scrisse testi sulla riforma, su patriottismo e cristianesimo, sulla fede popolare. Forti i suoi comizi morali durante le varie campagne elettorali.
Morì a Milano il 20 aprile 1907, in tempo per non vedere il movimento unitariano in ombra rispetto alle posizioni meno radicali dei liberi credenti.
Giovanni Martinelli