Lettera del Governatore Tema del mese di Giugno 2008: Le Fellowship del Rotary Cari Amiche ed Amici Rotariani, ero sempre stato perplesso su come riuscire a coniugare un tema così specifico come quello delle Fellowship Rotariane con il mio ultimo appuntamento epistolare mensile con voi, in cui mi prefiggevo di fare una brillante sintesi di questi dodici mesi passati in vostra compagnia. Porre le Fellowship al culmine di un anno di lavoro aveva per me un significato oscuro, arcano, che non riuscivo ad interpretare, se non con la necessità di dare, comunque, un significato ad un mese, oppure con quella di trattare un argomento che non aveva trovato spazio in altro momento. Fin quando, del tutto recentemente, ho partecipato al raduno inaugurale della seconda Fellowship istituita quest’anno nel nostro Distretto ed ho potuto constatare, ancora una volta, come nel Rotary nulla accade per caso, ma è il frutto di una riflessione e di una programmazione attente e lungimiranti. Non voglio dire che tutto sia perfetto, anzi, come ovunque, anche nel Rotary vi è molto spazio per il miglioramento, anche se, di frequente, confondiamo comportamenti individuali a volte opinabili, con le regole statutarie e gli indirizzi internazionali dei quali troppo spesso diamo una interpretazione superficiale, accompagnandola, talora, anche con un moto di annoiata sufficienza. Ed invece, in quella occasione, ho potuto toccare con mano come nelle Fellowship si perfezioni quel processo che tanto ci sta a cuore verso la realizzazione della vera amicizia per far nascere e fiorire la quale non basta certo la condivisione di una tessera. Ho potuto vedere come una passione comune, qualunque essa sia, coltivata alla luce dei valori che condividiamo nel Rotary, abbia un effetto dirompente. Ho visto amici rotariani che conoscevo da tempo e spesso molto defilati, pervasi da un entusiasmo contagiante; ho visto padri ultracentenari (mi si perdoni l’iperbole) condividere amicizia ed entusiasmo con figli ai quali li accomunava la stessa passione; ho visto mogli e mariti condividere con lo stesso entusiasmo questo momento di incontro, senza riuscire a capire quale dei due fosse il rotariano; ho sentito partecipanti che dopo aver speso insieme una giornata in grande confidenza come se fossero amici da sempre, chiedersi al momento del congedo:”a proposito, come ti chiami?” Ed ecco, allora, che in quella giornata splendida, passata in uno spendido luogo in riva al mare, ho capito come l’amicizia rotariana non può essere avulsa dai motivi di amicizia che coltiviamo al di fuori del Rotary, ma che può dare a questi un significato ancora più profondo. Ho visto che la famiglia rotariana esiste davvero, non è una formula velleitaria, quasi un obbligo imposto dai nostri manuali, ma è un momento di condivisione di passioni e di valori che annullano differenze generazionali e di ruoli. Ho visto l’Amicizia allo stato puro, che si serve del Rotary e dei rotariani per manifestarsi. Devo confessare che è stata per me una esperienza rivelatrice. Se la maturazione della forte percezione della materializzazione della amicizia rotariana giunga ora per un caso, o sia un punto di arrivo di un percorso compiuto insieme a voi nel corso di questo anno che mi ha permesso di apprezzarne gli aspetti più significativi, è difficile dirlo. Credo, però, che l’aver dedicato l’ultimo mese dell’anno rotariano, quello in cui si dovrebbe celebrare il valore che più di tutti identifica il Rotary, proprio alle Fellowship, e quindi all’amicizia che si rende concreta e fisicamente evidente, ha un significato simbolico che, sinceramente, fin qui mi era sfuggito. E mi sono convinto sempre più profondamente che la condivisione appagante di leciti interessi profani o secolari (lascio ad ognuno la scelta semantica preferita) sia professionali che sociali alla luce dei valori rotariani quali amicizia, rispetto, onestà intellettuale, solidarietà, forte impegno per la costruzione di una pace giusta fra tutti gli uomini, sia la chiave di lettura per evitare la ghettizzazione dei nostri valori all’interno di ritualità che inevitabilmente rischiano di divenire sterili e fini a se stesse, e permette, invece, che i nostri valori si possano esprimere con il più ampio respiro in ogni momento ed in ogni azione della nostra vita quotidiana consentendoci di realizzare al meglio la nostra natura. Si, proprio così, la nostra natura, perché alla fine di questo anno, grazie alle tante esperienze condivise con voi si è rafforzata in me la convinzione che, parafrasando Totò, “Rotariani si nasce!”, e noi quelli che “lo nacquero”, dobbiamo cercare se vogliamo realizzare appieno gli ideali del Rotary, mettendo l’amicizia al primo posto. Ed a questo proposito, nel congedarvi da voi, non posso, insieme a Nicoletta, non ricordare la grandissima ed affettuosa amicizia di cui ci avete circondato e per la quale non potremo mai ringraziarvi abbastanza.
Massimo