Per dare fiducia – solidarietà e vicinanza a coloro che il 24 agosto, il 30 ottobre, il 18 gennaio e durante tutta la sequenza sismica che ha colpito l’Italia centrale, hanno visto svanire il proprio futuro.
La terra trema, il tempo si ferma, paesi in quell’attimo eterno e in un batter d’ali, sembrano perdere la loro identità nella polvere, portando con se’ un tributo di vite. 299 risultano le vittime i cui corpi vengono recuperati sotto le macerie attraverso l’enorme lavoro di vigili del fuoco, di tante altre forze dell’ordine e dei volontari della protezione civile accorsi da tutta Italia. Mentre sono risultate duecento fortunatamente le persone estratte vive.
Da subito uomini e donne del volontariato sono scesi in campo, togliendo spazio alle loro famiglie non si sono risparmiati, dedicando tutto il loro tempo disponibile a quanti in quel momento stavano chiedendo aiuto. Una, dieci, cento squadre al servizio del territorio colpito dal terremoto ognuna con specifiche competenze. Si consolida in questa triste occasione anche quel ponte di solidarietà con la task force del PGE, Programma gestione emergenze di Confindustria che sin da subito ha consentito di portare quei beni necessari alle popolazioni in difficoltà.
Agire coordinati, essere precisi nelle richieste, puntuali nelle risposte, veloci nel trasmettere le informazioni e verificare le reali esigenze, le parole chiave del progetto. Così i volontari nel loro operare tra i paesi dell’appennino incontrano vite spezzate, ma anche tante storie di speranza, di voglia di rinascere e ripartire nonostante tutto. L’obiettivo quello di aiutarli a superare il momento non solo con i beni materiali, ma anche con il sorriso e con qualche parola di conforto.
In alcune occasioni le giornate sono risultate pesanti e faticose, ma i momenti importanti e le strette di mano hanno mitigato la stanchezza poichè ci hanno fatto sentire. Fieri di essere riusciti a far sorridere quelle persone che hanno visto tremare anche le loro più elementari certezze’: giovani o anziani con lo sguardo velato di tristezza.
Il tema del volontariato rotariano era stato oggetto, circa due mesi prima di questi gravi eventi sismici.
L’8 luglio dello scorso anno infatti a Roma è stato sottoscritto da parte dei 13 distretti italiani del Rotary International e del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. Un protocollo d’intesa su tale importante argomento, con l’ impegno di istituire in ogni distretto una “unità Rotary di Protezione Civile” . Un lavoro intenso da programmare e portare avanti con la collaborazione di tutti.
Servire al di sopra di ogni interesse personale l’obiettivo che è risultato coincidere pienamente con le finalità proprie anche della Protezione Civile. Quei valori di fratellanza e di service, sono divenuti così per molte comunità dell’Italia centrale colpita dal sisma, una solida base a cui aggrapparsi. Va precisato, che chi opera nel volontariato, ritiene che sia necessario abolire dal proprio vocabolario mentale, la parola impossibile in quanto fortemente convinto che malgrado tutto il mondo attraverso la solidarietà si possa in qualche modo migliorare.
Nel volontariato non risulta importante compiere chissà quali grandi gesti, ma è fondamentale che tutto quello che si fa, lo si porti avanti con onestà e cuore. E’ certo che più le cose si fanno con spontaneità più risultano belle. Purtroppo poca tregua per le popolazioni già stremate, con circa 9 mesi di sequenze sismiche.
Una cronologia per riepilogare il difficile periodo per le popolazioni del settore appenninico delle 4 regioni: Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche, che ha fatto registrare oltre 49.000 scosse di questo che sembra un terremoto infinito. Sono risultati circa 12.000 gli sfollati , che fanno avere ben chiara l’ampiezza dell’evento.
Il motore della solidarietà che ci ha visto coinvolti ha registrato oltre tremila ore di volontariato ed un numero di interventi superiore a 300. Un grande cuore che ha pulsato tra le comunità con una presenza sul posto quasi costante e quotidiana per le molte richieste di aiuto, giunte a catena dai comuni del cratere. Un volontariato come rete di protezione sociale, in grado di consentire e di poter offire alla collettivita’ oltre ai beni materiali, anche supporti specifici e professionali, grazie anche alla presenza di tecnici di alta specializzazione che si sono messi a disposizione nelle varie aree di intervento. Un elemento importante e’ stato anche per il nostro club rotary di fermo la possibilta’ di fruire in questi 9 mesi di una base logistica dell’operazione messa a dispozione da parte un socio del club componente dello staff. Una sensibilità di una imprenditrice rotariana che ha consentito attraverso la sinergia con il progetto PGE di Confindustria, di poter garantire quanto necessario nei comuni colpiti, con la collaborazione dei volontari di protezione civile che si sono fatti carico conseguentemente, sia del trasporto che della consegna nelle varie zone di tutto il necessario.
Per concludere nel filmato viene proiettato l’ultimo intervento di alcuni giorni fa, girato nel comune di Penna San Giovanni, in provincia di Macerata, un simbolo di grande speranza e tenacia. La giornata di festa in cui nonna Maria rimasta senza casa, ha potuto abbandonare la roulotte in cui alloggiava da tempo, grazie alla sua grande voglia di andare avanti e di non allontanarsi dalla sua terra, alla generosità degli imprenditori del programma Pge, alla costante vicinanza di noi volontari e della comunità ottenendo cosi’ una nuova sistemazione: un moduolo abitativo che oggi lei stessa ama definire “la mia bella villetta”.
Sono queste piccole cose che fanno grande un intervento di volontariato.
Serenella Ciarrocchi