Tante volte mi chiedo come mai alcune persone perdono il lavoro ed apparentemente sono persone che meritano, mentre altre ricevono costantemente nuove proposte?
Allora la domanda è "con quale criterio le aziende selezionano il loro futuro collaboratore?" oppure "quanto incidono le competenze tecniche e quanto le doti relazionali?" o "come essere certi di essere considerati indispensabili dai propri titolari e dai clienti?"
Difficile rispondere a queste domande! Per farlo ho provato a capire cosa sta succedendo nel mondo del lavoro e soprattutto nella "nuova azienda". Una delle risposte che mi sono dato è che, molto probabilmente, si stanno rafforzando due tipi di richieste, totalmente diverse tra loro: 1. La richieste di prezzi sempre più bassi (collaboratori sottostipendiati).
- La richiesta di eccellenza assoluta (collaboratori con competenza fuori media).
Nel primo caso ogni considerazione diventa superflua, dal momento che rivaleggiare con merci provenienti dall’oriente o con lavoratori extracomunitari disposti a tutto diventa impossibile. L’unica alternativa rimane il secondo caso, ovvero accrescere la propria qualità o le proprie competenze per essere preferiti da chi cerca il meglio.
Per quanto riguarda i prodotti o i servizi è molto semplice capire cosa intendiamo per qualità, meno facile è invece comprendere quali sono le competenze che rendono oggi (e renderanno in futuro) ambìto un collaboratore o un professionista.
Il primo mito da sfatare secondo me è che siano principalmente le competenze “tecniche” a fare la differenza, ovvero le conoscenze acquisite in un percorso scolastico o lavorativo. Tranne rari casi, in cui l’esperienza è davvero fondamentale (ad esempio nella medicina o nell’informatica), nella maggior parte dei casi le aziende, quando selezionano sulla base dell’eccellenza, guardano in realtà altri fattori, molto spesso collegati all’approccio che la persona ha con gli eventuali colleghi, clienti o fornitori e con le situazioni in generale che gli si presentano.
Ma quali dovrebbero essere queste qualità? In particolare, sicuramente, l’abilità nel risolvere problemi o imprevisti, la capacità di far fronte allo stress, le doti organizzative e di gestione del tempo e l’abilità nel relazionarsi con clienti, fornitori, colleghi, collaboratori diretti o superiori.
La lacuna importante però è che purtroppo nessuna scuola insegna tutto questo (o perlomeno ancora non lo fa) e spesso le persone che sono prive di talenti naturali su questi aspetti rischiano di essere esclusi da selezioni o da promozioni. Professionisti estremamente competenti ma limitati dal proprio carattere potrebbero in futuro essere scartati a favore di persone meno abili tecnicamente ma più brillanti, responsabili e organizzate.
Ma come si può ovviare a tutto questo?
In realtà la risposta è molto semplice e la costanza in sincronia con la volontà di ogni singolo individuo, attraverso dei seminari o corsi specifici o letture molto interessanti sull'arte della comunicazione in generale possono aiutare la persona a crescere a patto che quest'ultima riesca ad essere ricettiva, umile e soprattutto "aperta" a nuovi orizzonti, nuovi scenari e nuove sfide.
La comunicazione efficace, ancora una volta, sarà di aiuto per la creazione di un futuro di tutto rispetto per ognuno di noi."
Massimo Maccari