Lo chiamarono «il San Filippo Neri di Fermo» per la soavità e l’impegno nell’educare soprattutto i giovani, perfettamente nello spirito dei padri della Congregazione dell’Oratorio. Il beato Antonio Grassi, nato a Fermo da nobile famiglia nel 1592, fu un convinto predicatore presso gli ultimi, gli umili e i giovani, pienamente compreso della missione dei filippini, che abbracciò con fervore sin da giovane età.
A 17 anni entrò nella Congregazione di Fermo, grazie alla guida del fermano padre Flaminio Ricci, poi divenuto preposito della Congregazione romana, e nel 1625 fu ordinato sacerdote.
Molti fatti si raccontano sulla vita e sul carattere del Grassi. Sempre sorridente e cordiale, spendeva per tutti le esortazioni alla mitezza e al controllo («chi lascia di litigare e inquietarsi sempre vince») tanto da meritarsi il riconoscimento di «pubblico paciere» quando il suo intervento fu provvidenziale nella famosa rivolta per il grano del 1648. Disse di lui il suo arcivescovo, il card. Carlo Gualtieri: «Alle volte mentre io parlo ed esorto, taluno mi sa dire di no; parla di padre Antonio e si fa quello che egli vuole!». Vendeva spesso le sue cose e quelle di famiglia per essere di aiuto al prossimo, e si racconta che girasse sempre con in tasca un cartoccio pieno di monete per mai dire no ai poveri che gli chiedevano elemosina.
Nel 1635 fu eletto preposito della Congregazione di Fermo, e tanta fu la stima che ebbero per lui i confratelli da essere rieletto per ben dodici volte, fino alla morte, avvenuta il 13 dicembre 1671. Per la sua grande cultura e la sua ferma fede fu consigliere ascoltato di personaggi influenti come i vescovi fermani, il vescovo di Spoleto Altieri (il futuro Clemente XI), il potente cardinale fermano Decio Azzolino juniore, segretario di stato di vari papi, per lunghi anni arbitro della politica romana.
Il suo forte esempio e la sua missione fra la gente accrebbero prestigio e affetto verso i padri della Congregazione, tanto che la famiglia fermana si dedicò all’ampliamento dell’oratorio (oggi sede del Tribunale di Fermo) e della chiesa di Santo Spirito, insediandosi successivamente anche a Montefiore e a Sant’Elpidio a Mare.
Particolarmente devoto alla Madonna, ogni sabato padre Grassi si recava a piedi a Santa Maria a Mare e, spessissimo, alla Santa Casa di Loreto. I racconti e le testimonianze coeve parlano dei miracoli che lo ebbero protagonista al Santuario fermano e, in occasione dell’ultimo pellegrinaggio a Loreto, della visione di un angelo che gli annunciava la prossima fine.
Per la sua costante opera di apostolato, per la sua presenza nella società al servizio dei poveri, per il suo insegnamento, padre Antonio Grassi «angelo di poche parole schiette e pesate» nel 1900 fu proclamato beato da Leone XIII.
Giovanni Martinelli