Vorrei affrontare, in questo breve articolo, un tema che ciclicamente torna nel dibattito politico-economico, vale a dire la sostenibilità della crescita della popolazione. Intendo affrontarlo guardando alle tesi di pensatori non contemporanei per scoprire che le loro preoccupazioni di ieri sono molto simili alle nostre preoccupazioni di oggi.
Immaginiamo un diagramma della popolazione mondiale; non sembra essere un modello di crescita sostenibile, è molto vicino ad un modello di crescita esponenziale.
La popolazione mondiale è oggi di circa 7 miliardi di individui. Il tasso di crescita più recente per la popolazione mondiale è di circa l'1%, e se ciò dovesse continuare, ciò implicherebbe che la popolazione mondiale raddoppierà in circa 70 anni. Immaginate 14 miliardi di persone entro il 2085; che cosa accadrebbe se questo avvenisse?
E 'una domanda difficile, ma fortunatamente per noi, qualcuno ci ha già pensato oltre 200 anni fa; Thomas Malthus credeva che questo tipo di crescita non fosse sostenibile, ed espose la sua tesi nel 1798. Molti dei problemi evidenziati dallo stesso sono rilevanti anche nella realtà odierna; esploriamo il suo ragionamento.
In primo luogo, si noti che la crescita della popolazione era esponenziale, e questo significa che raddoppiava in un dato periodo di tempo. Per ogni ulteriore unità di tempo, la popolazione raddoppia, così la popolazione passa da uno a due, a quattro raddoppia, raddoppia a otto, e raddoppia a sedici. Questo è un modello di crescita esponenziale.
Se abbiamo un tasso di crescita dell'1%, come nel mondo oggi, questo implica che ci sia un raddoppio della popolazione ogni 70 anni.
In secondo luogo, Malthus ha assunto che la crescita della produzione agricola fosse necessariamente aritmetica, cioè aumenta nel tempo in linea retta, e quindi non raddoppia in un dato periodo.
Secondo il nostro, la popolazione aumenta a una velocità sempre maggiore: è esponenziale, mentre la produzione di cibo aumenta ad un tasso costante. Se è necessaria una unità di cibo per una unità della popolazione, cosa succede dopo il punto in cui le due curve (tra popolazione e offerta di cibo) si intersecano? Il sistema non può che collassare; carestie, guerre, malattie in quanto non ci sarebbe cibo sufficiente per tutti.
Il punto di intersezione, tra la linea di crescita della popolazione e quella di crescita del cibo, è stato descritto da Thomas Malthus come il punto di crisi, e da allora è diventato noto come Catastrofe Malthusiana.
Si noti che se la popolazione fosse sulla stessa curva del cibo prodotto, il mondo sarebbe sempre in equilibrio sulla fame, quindi questo significa che per la stragrande maggioranza delle persone, la vita si trasformerebbe in una battaglia solo per mettere cibo a sufficienza a tavola. Secondo Malthus, quindi, la crescita della popolazione porterebbe inevitabilmente ad una diminuzione del tenore di vita; è una visione drammaticamente pessimistica del futuro. In una condizione di catastrofe malthusiana, il tenore di vita non potrà mai crescere nel lungo periodo; gli uomini sarebbero ridotti al livello di sussistenza.
Cambiamo il modello dell’offerta di cibo, sempre nell’ambito di una visione malthusiana; invece di un livello di crescita aritmetica, passiamo all'idea della capacità di carico e pensiamo ad esso come alla quantità massima di popolazione che potrebbe essere sostenuta dalle risorse della terra. Di solito il cibo è il limite, ma non solo, altri limiti naturali potrebbero essere l'inquinamento, l’energia, l’acqua, lo spazio per vivere.
In questo caso la capacità di carico sarebbe rappresentata da una linea piatta. Quando si arriva ad un nuovo punto di crisi la popolazione si blocca e la sua crescita diventa piatta. Si noti che il raddoppio della fornitura di cibo eventualmente legato ad una nuova tecnologia, una nuova rivoluzione verde, una nuova capacità di creare cibo, semplicemente ritarda l'inevitabile.
Nel caso in cui il mondo, con una crescita demografica dell'1% l'anno, individuasse una nuova abilità, una nuova tecnologia, per raddoppiare l'approvvigionamento di cibo a disposizione, tutto ciò che avremmo risolto sarebbe solo rinviare questo “incidente della sussistenza” di 70 anni; tutto ciò che saremmo in grado di fare è ritardare l’inevitabile perché spostiamo la capacità di carico, raddoppiamo la capacità di carico della terra, ma poiché, a tassi di crescita attuali, stiamo andando a raddoppiare la popolazione in 70 anni, tutto quello che avremmo fatto è comprare 70 anni di tempo prima di raggiungere la catastrofe in cui saremmo tutti sull'orlo della fame.
Questo visione, ricorrente nella storia anche contemporanea, deriva inevitabilmente dalla crescita esponenziale della popolazione. E’ ancora più deprimente se si assume che siamo andati al di là della capacità di carico. Così, per esempio, si potrebbe dire che l'agricoltura moderna è troppo dipendente dai combustibili fossili, e dato che i combustibili fossili alla fine si esauriranno, quindi avremmo vissuto artificialmente al di sopra della nostra capacità di carico.
Così si è potuto immaginare, che se avendo una popolazione che è al di sopra della capacità di carico, secondo il modello malthusiano, siamo destinati a una catastrofe.
Quindi, in altre parole, la popolazione collasserà e, naturalmente un crollo della popolazione di una grande ampiezza potrebbe far crollare interi sistemi sociali.
Potrebbe la civiltà sopravvivere se non avessimo abbastanza cibo per andare avanti? Ci sono un sacco di aspetti che potrebbero seguire questo modello al di là della popolazione, naturalmente. Potremmo pensare ai beni estratti, compresa l'energia, come i combustibili fossili, ma anche risorse essenziali, e qualcuno potrebbe dire che stiamo distruggendo topsoils (strato coltivabile del terreno) con l'agricoltura moderna. Quindi è possibile utilizzare questo tipo di modello di Malthus, non solo per la popolazione, ma anche per molti altri sistemi potenzialmente insostenibili.
Ora, però, con nostro grande sollievo, scopriamo che non abbiamo avuto il tipo di crollo che Malthus predisse, e altri hanno sostenuto, nel corso degli ultimi 200 anni ma dobbiamo dire qualcosa in difesa di Malthus, in quanto il suo modello era essenzialmente corretto all’epoca in cui l'ha scritto. In Gran Bretagna, nel 18° secolo imperversava la povertà urbana. Gli aumenti della produttività agricola registrati nel corso dei due secoli precedenti avevano fatto ben poco per alleviare questa povertà perché la crescita della linea della popolazione aveva effettivamente incrociato la linea della capacità di carico del paese; e in effetti è stato sostenuto che il tenore di vita nel 18° secolo la Gran Bretagna, per l’uomo medio era inferiore a quello registrato per i popoli dell'età della pietra. I popoli dell'età della pietra erano molto meno numerosi, e in realtà disponevano di più calorie e proteine.
Quindi una persona media, nella Gran Bretagna del 18° secolo, ha avuto una vita peggiore di un cacciatore-raccoglitore dell’età della pietra.
Quindi il modello di Malthus era una buona descrizione di quanto accaduto nei precedenti mille anni in Gran Bretagna.
Ma paradossalmente, subito dopo la pubblicazione del modello di Malthus c'è stato un enorme aumento della popolazione in Inghilterra; essa è raddoppiata, poi raddoppiata ancora una volta, ed è quasi raddoppiata di nuovo negli ultimi 200 anni.
Ma non solo, la Gran Bretagna è, chiaramente, oggi molto più ricca di quanto non fosse 200 anni fa. La rivoluzione industriale ha fatto sì che l’uomo medio possegga oggi circa 15 volte tanto la ricchezza che aveva 200 anni fa, quando Malthus scrisse le sue previsioni.
L'aumento della popolazione, quindi, non ha portato alla fame di massa, ma non solo: l'aumento della popolazione non ha reso le persone più povere; in entrambi i casi è accaduto l’esatto contrario.
La popolazione della Gran Bretagna è molto più numerosa e incredibilmente più ricca di quanto non fosse 200 anni fa, ma nonostante ciò tutte le teorie malthusiane sono molto diffuse anche oggi; esse sono chiamate teorie neo-malthusiane, o nuove previsioni malthusiane.
Recenti previsioni neo-malthusiane sono stati tanto platealmente errate quanto le previsioni fatte da Malthus 200 anni fa. Ad esempio, Paul Ehrlich scrisse nel 1967 che "La battaglia per sfamare tutta l'umanità è finita. Negli anni ‘70 e ‘80 centinaia di milioni di persone moriranno di fame a dispetto di qualsiasi programma di contrasto alla fame" Ora, questa affermazione è stata fatta solo nel 1967, meno di 50 anni fa.
La popolazione mondiale è raddoppiata da quel momento, così come il reddito mondiale per persona, e gli individui sono sia più ricchi che più numerosi di quanto non lo fossero quando è stata fatto questa previsione.
In tutto il mondo si è realizzato l'esatto contrario di ciò che un malthusiano è stato in grado di prevedere. Anche Agenda 21 documento dal Vertice della Terra di Rio, ha suggerito che, se non fossero state apportate modifiche significative per l'economia mondiale e i suoi sistemi sociali ( e questo è avvenuto nel 1992), avremmo dovuto aspettarci problemi “malthusiani” avendo parlato di perpetuazione delle disparità tra le nazioni, peggioramento della povertà, più fame, malattie e analfabetismo.
Ora, in tutte queste ambiti è accaduto l’esatto contrario. A livello globale c'è più ricchezza, c'è meno analfabetismo, c'è una salute migliore.
Le tesi malthusiane, si basano, quindi, su modelli statistici che a volte funzionano altre no, ma indubbiamente offrono molti spunti di riflessione e uno di questi è il rapporto tra crescita della popolazione e benessere diffuso, argomento che potrei trattare in un prossimo articolo, sempre che questo non vi abbia eccessivamente tediato.
Edoardo Antuono