Partiamo dall'ultima storia, in ordine di tempo.
Che ci fa un prof di fisica al centro diurno La Serra, con le persone con disagio mentale?
<<Mi emoziono. In fondo tutta la mia storia è la storia di un'emozione e anche la materia che insegno ne è colma. L'ultima fotografia che ho di quel percorso alla Serra è quello di un ragazzo che mentre vado via mi abbraccia e mi dice che mi vuole bene, ma tanto tanto. Questo perché insieme abbiamo fatto delle scoperte, hanno costruito con me una camera oscura, hanno scoperta la fotografia e i segreti delle ombre e delle immagini. Hanno potenzialità incredibili, energia senza pari e anche delle intuizioni importanti. Fatto sta che quell'esperienza che doveva essere un passaggio diventerà qualcosa di stabile. Tutto è nato col progetto fotografico che si stava portando avanti in quel luogo, c'era un mio ex allievo che ha pensato di coinvolgermi, il resto è venuto da solo>>.
Insieme c'è il progetto del ricamo per i più piccoli, bimbi di un asilo nido, e anche lì è venuta fuori in maniera abbastanza naturale la forza della geometria. Come è possibile?
<<Abbiamo inventato una storia, c'era mamma orsa che voleva costruire un asilo come il loro e aveva bisogno di misurare e di fare una mappa dell'edificio. Una cosa che noi persone normali facciamo con l'aiuto del geometra, i piccoli invece l'hanno fatto da soli, abbiamo persino inventato una scala che porta il nome di due di loro, la scala 'lucalinda', abbiamo fatto un lavoro che ha consentito loro di orientarsi e di scoprire forme geometriche ma anche situazioni complesse che alcuni dicono impossibili a quell'età. Noi abbiamo dimostrato che tutto è possibile, se si usa la chiave giusta>>.
Dunque la buona scuola è quella che parte degli studenti, di ogni età?
<<La buona scuola è quella che si apre, quella che sa confrontarsi. Una volta ai geometri abbiamo fatto una parete con il programma che si faceva in ogni materia e gli insegnanti a stupirsi di quante cose ci fossero in comune tra le materie ma senza aver mai provato a mettere veramente insieme. Ecco, se mettessimo sempre insieme le competenze potremmo davvero rovesciare il mondo, è una cosa talmente semplice che in effetti non si fa mai>>.
Nelle lezioni c'è anche una buona dose di teatro e uno spettacolo è stato davvero messo in scena, come si fa a rendere spettacolo la fisica?
<<In realtà ho studiato io un po' di teatro per poter comunicare meglio, con i piccoli, con gli amici de La Serra, con gli studenti. E poi ho aiutato loro, gli adolescenti, a mettere in scena il labirinto della loro età, le difficoltà dei loro anni, per comunicarle ai genitori. Tutto è possibile perché noi quando studiamo facciamo succedere qualcosa, la mia è una ricerca didattica che qualche volta è andata anche oltre quello che troviamo scritto sui libri. Il prossimo progetto che metteremo in piedi con La Serra sarà lo studio del mappamondo di Fermo, lo sviluppo, il progetto, come siamo arrivati a quel capolavoro. Lo faremo con le nostre forze e vedremo quello che verrà fuori. Ho l'amicizia e la collaborazione di Romano Folicaldi che ci ha messo a disposizione le sue figure geometriche in legno che sono vere opere d'arte, e poi di tanti insegnanti, dirigenti scolastici, amici che si sono messi in gioco e che come me non si rassegnano ad uno studio piatto e spesso poco efficace>>.
È un addio definitivo alla politica?
<<Dalla politica me ne sono andato in maniera piuttosto drastica ma io credo di aver trovato il mio modo di fare politica che vuol dire fare bene il proprio compito, nello spazio che ci è toccato. Ecco, io cerco di fare la mia politica coi ragazzi, con loro cambiamo il mondo un pezzetto alla volta>>.
Angelica Malvatani