ll Rotary di Fermo sente commosso la perdita di un socio come il prof. Vincenzo Tosco, che per molti anni lo ha visto nel Club punto di riferimento per la cultura profonda e preparazione umanistica di cui è stato eccellente maestro nelle scuole italiane e nelle scuole d’Europa, in cui pure, lungo tempo ha insegnato con grande prestigio per il nostro Paese. Il Rotary ha avuto in lui un socio partecipe, sensibile, cordiale, disponibile a vivere l’etica rotariana del Servire con la sua vasta esperienza di docente, di cui il Rotary di Fermo ne ha avuto vanto e decoro allorché lo ha fatto suo socio onorario. Quando anni fa entrai a far parte del Rotary, al mio primo incontro con i soci, il professore mi salutò fra i primi. Non c’eravamo più incontrati dagli anni di Liceo, in cui fui suo alunno. “Ciao Norberto, come stai? Benvenuto nel Rotary”, mi disse con quel suo immutato, inconfondibile accento siciliano che non ne tradiva certo l’origine. “Grazie professore, la saluto anch’io”; e lui, di rimando: “Ma che, ancora vuoi darmi del ‘lei’? Non sai forse che nel Rotary tutti i soci si danno del ‘tu’?” Più volte ci siamo trovati insieme nel Club ma non sono mai riuscito a togliermi quel rispetto di alunno e a dare del tu al mio professore. Solo oggi ricambio la familiarità di quel saluto e come Presidente del Rotary di Fermo, “di cui tu hai fatto parte, con quella stessa familiarità con cui tu mi hai salutato, oggi ti dico: ciao Enzo, grazie da parte dei Soci per il prestigio che hai dato al Club con il tuo vasto sapere”. Appena il tempo di mia designazione a Presidente del Club e non ti ho più visto fra i Soci; sapevo della tua non buona salute ma speravo incontrarti quanto prima e dirti che questo mio incarico non è' stato un evento accaduto per caso, né mi sarei cimentato nel ruolo se non avessi acquisito sui banchi di scuola i giusti metodi per capire oggi la vita, per svolgere una professione, per sapermi correlare con gli altri, trovare connaturale vivere i principi rotariani dell’altruismo, della condivisione, del servire. In questo non è più un rotariano che parla ma uno fra i molti tuoi alunni, che si fa interprete dei sentimenti di tutti e ti dice: “Grazie professore per quello che abbiamo col tempo compreso, per come abbiamo germogliato nel lavoro che ciascuno di noi ha scelto di vivere, per averci insegnato a ragionare alla ‘greca’, darci le regole per conoscere innanzitutto noi stessi, il rispetto degli altri e delle istituzioni, lo spirito democratico del convivere mutuato attraverso lo studio dei classici: Sofocle e la caducità della fortuna di Edipo, di Antigone e la fermezza dell’Essere oltre le leggi degli Uomini. E come non ricordare l'’insegnamento forte dell’amore familiare nell’Odissea, fra le cui pagine, tu ci dicevi: “mormora il mare”; quel mare che certo ti era rimasto nell’animo; il mare di Senofonte e dei Greci al grido “Thalassa, Thalassa”. Il mare, finalmente il mare. Anche tu professor Tosco per gli alunni, Enzo per noi rotariani, anche tu hai percorso il tuo lungo cammino di terra e sei arrivato al mare, a quel mare da cui non si torna più indietro, ma in cui ogni verità è svelata e ogni sapere si appaga.