In una lunga intervista Giacomo Spada, logopedista presso l'Istituto Habilita di Sarnico, dimostra quanto anche questo aspetto sia da considerare nell'approccio terapeutico del paziente con malattia di Parkinson.
Tante sono infatti le dinamiche che possono entrare in gioco nel percorso naturale della patologia, a partire dalla disfagia.
In varie forme e a diversi livelli di gravità infatti il quadro si può manifestare frequentemente in questi pazienti, con il rischio che compaiano infezioni batteriche delle vie respiratorie.
"Il primo campanello d'allarme è indubbiamente la tosse - spiega Spada".
D'altro canto, se normalmente il riflesso tussigeno è indice di una deviazione verso la trachea del bolo alimentare, nelle fasi più avanzate dalla patologia proprio la perdita del riflesso della tosse diventa una situazione da non sottovalutare.
Sul fronte terapeutico, anche la logopedia può avere un ruolo per questa specifica situazione legata alla disfagia.
"Il paziente va messo nelle condizioni di deglutire in sicurezza, insegnandogli ad assumere le posture più idonee e ad evitare i cibi che lo pongono più a rischio di inalazione” - puntualizza l'esperto che ricorda anche come l'eloquio sia un altro elemento da controllare.
Il paziente parkinsoniano tende ad esprimersi a voce bassa, mangiandosi le parole.
Alessandra Pompei