In occasione della Giornata della ricerca dell'Istituto Nazionale Tumori (Int) di Milano si è fatto il punto sulle relazioni pericolose tra gli stili di vita e l'insorgenza dei tumori. I dati non sono certo incoraggianti, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della sindrome metabolica e il sovrappeso nell'incremento del rischio neoplastico. Secondo quanto riporta lo studio Diana 5, che ha coinvolto per cinque anni 2.300 donne tra i 35 e i 70 anni con diagnosi di tumore mammario, la presenza di sindrome metabolica appare fortemente correlata con il rischio di sviluppare recidive dopo trattamento, che sarebbe addirittura aumentato rispetto a quanto si osserva nella popolazione di controllo. E' anche per approfondire questi aspetti e per favorire una più cosciente modificazione delle abitudini allo scopo di prevenire l'insorgenza di questa ed altre patologie che proprio nell'istituto milanese prende il via uno studio, il progetto MeMeMe, sostenuto dall'Unione Europea. Secondo il direttore scientifico dell' Int Marco Pierotti dietro questo acronimo ci sono i tre Me che tanto interessano gli oncologi. Il primo si riferisce a sindrome metabolica, il secondo a dieta mediterranea e il terzo a metformina. Il programma prevede il reclutamento di 2000 persone, che verranno invitate a seguire un programma di correzione di stili di vita eventualmente alterati che più facilmente conducono a patologie tumorali e anche ad altre cronicità a carico del cuore o del metabolismo. La metformina verrà aggiunta per valutarne l'impatto in chiave preventiva. Alessandra Pompei