Un giorno di festa per una scuola che rilancia, che cresce e aggancia il futuro, riscoprendo il passato.
L’Istituto Tecnico industriale Montani conosce la sua nuova stagione, quasi 500 i ragazzi che hanno scelto questa scuola anche per il prossimo anno, portandola popolazione scolastica a oltre 1500 giovani.
Segno di una nuova vitalità, dentro un tempo che riscopre il valore degli istituti tecnici.
Segno della forza del Montani che negli ultimi tre anni è stato dentro al progetto Fenice, portato avanti dal Rotary club per riportare la scuola agli antichi fasti e offrire al territorio occasione di crescita.
Ideatore del progetto l’ingegner Paolo Appoggetti che ieri ha ricevuto dalla scuola l’Ape doro, il riconoscimento più significativo tributato dal Montani a tutte le persone che riescono ad offrire valore aggiunto all’istituto.
Alla presenza delle più alte cariche rotariane del territorio, Appoggeti ha raccontato la nascita del progetto Fenice e i risultati fin qui raggiunti, impostando anche un discorso futuro: “Il valore di questo nostro progetto è stato proprio nel ricreare una nuova riflessione attorno a questo istituto.
Ci sono state occasioni di crescite e di confronto con altre realtà, ci sono stati incontri di crescita e di cambiamento reali. Il risultato è stata una nuova vitalità della scuola che ha visto in questi tra anni un notevole aumento degli iscritti e una grande considerazione da parte del tessuto produttivo non solo marchigiano”.
Appoggetti ha spiegato che il progetto ha puntato sull’innovazione degli hardware, si è lavorato sui programmi, sui contenuti ma anche sul modo di lavorare e di comunicare.
È stato creato un sito internet e sono stati potenziati, anche con l’aiuto di imprenditori come Lanfranco Beleggia, i laboratori in dotazione alla scuola.
Il prefetto Angela Pagliuca ha letto alcuni articoli sulla Costituzione per sottolineare che devono andare avanti i capaci e i meritevoli e si è congratulata con gli studenti e in particolare con i docenti. Il presidente della Carifermo Amedeo Grilli ha detto che la Banca fermana e il Montani sono nati insieme da gente affidabile che aveva a cuore il futuro dei giovani, 160 anni fa.
Per il Comune era presente il vice sindaco Francesco Trasatti e per la Provincia l’assessore Ezio Donzelli, a tutti Appoggeti ha spiegato la necessità di proseguire con l’appoggio al Montani: “Oggi dobbiamo puntare sulla crescita della parte software, con i corsi di formazione per docenti che li guidino verso le nuove tecnologie e a diversi approcci verso i giovani.
Ancora un paio d’anni di impegno nei confronti del Montani, ha sottolineato, per i quali spero ancora nel fondamentale apporto di tutti, imprenditori, ex allievi, Camera di Commercio, istituzioni”.
Il laboratorio di chimica dell’Iti Montani era già un’assoluta eccellenza della scuola, ci vengono anche gli universitari a studiare per le loro tesi di laurea in chimica.
Da ieri la chimica dell’istituto può contare su uno strumento in più che consente di separare le molecole anche molto simili tra di loro e permette di sapere la quantità con cui sono presenti in una sostanza.
Un gioiello reale che è stato illustrato dalla docente di chimica, la professoressa Teresa Cecchi, straordinaria insegnanti capace di trasmettere ai ragazzi oltre alla conoscenza anche la passione per le cose che studiano.
Una dimostrazione pratica di come funziona l’apparecchio è stata offerta ai presenti che si sono detti molto impressionati, in particolare il presidente della Camera di Commercio Graziano Di Battista ha sottolineato il suo apprezzamento per le molteplici attività che si fanno nel settore della chimica, soprattutto in campo alimentare: “Credo sarà molto utile rendere nota ai produttori della nostra zona la possibilità che ha il Montani di analizzare il potere antiossidante degli alimenti, una ricerca molto utile per migliorare ancora le nostre specialità già straordinarie”. Dunque una scuola che è sempre al passo coi tempi, grazie al progetto Fenice sono stati arricchiti, oltre al laboratorio di chimica, anche quello di elettrotecnica e di saldatura, prezioso l’apporto dell’imprenditore Lanfranco Beleggia e della Carifermo con la Fondazione, il tutto grazie anche all’impegno degli ex allievi, sempre attivi e appassionati.
Per un riscatto reale nel quale un intero territorio crede, per tornare a quando il Montani formava almeno 5 mila studenti e creava tecnici di qualità, già pronti per il mercato del lavoro.
Una storia che si prova a fare tornare, con un impegno che coinvolge tutti e che fa crescere il fermano tutto.
Angelica Malvatani
Share