L'Asur di Fermo, in collaborazione con le farmacie territoriali, sta effettuando ormai da qualche tempo un servizio di screening per la diagnosi precoce del carcinoma colorettale . La regola è semplice: quanto prima si arriva a riconoscere la lesione tanto maggiori sono le possibilità di trattare un tumore e vincerlo definitivamente. A questa norma non sfuggono le neoplasia colo-rettali, che possono essere anche affrontate con strategie di popolazione mirate all'individuazione dei soggetti a rischio. Uno dei segni della presenza di un polipo o di un tumore del colon-retto è la presenza di piccole quantità di sangue (non visibili ad occhio nudo) nelle feci, per cui l'identificazione di questa situazione può aprire la strada a controlli più approfonditi. Attenzione però: il test del sangue occulto nelle feci non è uno strumento di diagnosi. Il compito del test è separare nella popolazione che partecipa al programma le persone che, in quel momento, molto probabilmente sono sane (la stragrande maggioranza) da quelle che probabilmente hanno la malattia. Il risultato positivo di un test quindi non significa presenza di malattia e richiede l'esecuzione di esami ad hoc per stabilirne l'assenza o la presenza . Con lo screening, insomma, si punta a limitare le forme di tumore particolarmente avanzate al momento della loro individuazione e quindi ci fa riconoscere presto patologie completamente trattabili. Visto che il tumore del colon-retto in genere si manifesta dopo i cinquant'anni, quando ovviamente non sono presenti particolari predisposizione genetiche ad ammalarsi, è proprio a partire da questa soglia che giungono le lettere di invito ad un controllo. Secondo le indicazioni del Ministero della Salute, infatti, il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci va fatto ogni due anni per uomini e donne di età compresa tra 50 e 69 anni. Alessandra Pompei