A Bologna gli hanno intitolato non solo l’ospedale, ma un quartiere. Augusto Murri può essere onsiderato uno dei più grandi medici di ogni tempo, ma anche uomo di grande cultura, protagonista attivo della vita scientifica e intellettuale di fine ottocento. Nato a Fermo l’8 settembre 1841, studiò medicina a Firenze e a Camerino, dove si laureò. Grazie ad alcuni sussidi seguì il suo interesse per la ricerca medica, confrontandosi con le nuove teorie che prendevano corpo all’estero, dedicandosi subito all’attività di medico, esercitando la condotta prima a San Severino poi a Civitavecchia e Fabriano. Giovane ma noto per capacità, fu chiamato a Roma quale aiuto alla cattedra di clinica medica dal celebre prof. Guido Baccelli e, a soli 35 anni, gli fu assegnata analoga cattedra a Bologna. Dimostrò, oltre a grande preparazione scientifica, capacità comunicative non comuni nel conquistare gli studenti. Per queste capacità e per il suo innovativo metodo didattico, si guadagnò il nome di «sommo dei clinici moderni» e ben presto la sua presenza accrebbe il prestigio internazionale dell’Università di Bologna. Si racconta che, all’inizio delle sue lezioni, tutte le aule si vuotassero per ascoltarlo. Agile nel parlare e nel trascinare l’uditorio, di eccezionale preparazione sul piano medico e scientifico, definito da Gabriele D’Annunzio come il medico che meglio sapeva scrivere dopo il settimo secolo, pubblicò decine di saggi e di studi che, tradotti in varie lingue, rappresentano tuttora importanti fondamenti di medicina e patologia. Studiò in modo particolare il cervello e le malattie cerebrali, pubblicò testi sull’organoterapia, sull’emoglobina, sulla febbre, su alcune patologie cardiache, sul morbo di Addinson. Suo il celebre farmaco Rim, rimedio intestinale Murri. Importanti i suoi saggi a stampa sulle perizie medico-legali, Lezioni di clinica medica, Nosologia e psicologia. Fu in stretto rapporto con personaggi della cultura: Giosuè Carducci, che assistette in agonia, Giovanni Pascoli che affermò che Murrì toccò «gli alti fastigi dell’arte e della scienza», Eleonora Duse. La sua vita fu segnata da una tragedia familiare che nei primi del ’900 riempì le pagine di cronaca, il celebre «delitto Murri», torbida storia di passioni familiari e diomicidio. Durante il processo, che per anni appassionò l’Italia, divisa fra colpevolisti e innocentisti, e che terminò con la condanna dei figli, Murri ricevette il sostegno morale delle maggiori personalità del tempo. Personaggio di eccezionale statura morale, umana, professionale, fu consigliere superiore della pubblica istruzione, cittadino onorario di Bologna, deputato in Parlamento. Ricevette attestati, onori accademici, distinzioni onorifiche in tutto il mondo. Morì l’11 novembre 1932 ed è sepolto a Fermo. Giovanni Martinelli