Aveva gli occhi grandi Nicolò, pieni di vita. Amava giocare al calcio e aveva i sogni della sua età, da qui all’infinito.
Il cuore gentile di Nicolò Serroni si è fermato solo pochi giorni fa, sulla spiaggia a Porto San Giorgio, sul volto e nelle parole di papà Sandro c’è un dolore intatto e immenso che non finirà mai.
Un dolore che oggi vuole diventare qualcosa di importante, perché Nicolò non sia morto invano: “Lo abbiamo detto fin da subito, racconta Sandro Serroni, abbiamo chiesto che non si comprassero fiori per destinare i soldi all’acquisto di un defibrillatore.
Nel tempo quel progetto è diventato qualcosa di più grande e oggi stiamo programmando, io e mia moglie, la mia famiglia e tanti amici che ci sono vicini, di dare vita ad una Fondazione che prenda proprio il nome di Nicolò”.
L’idea è quella di mettere attorno ad un tavolo tutti i soggetti che in qualche maniera possono avere titolo a parlare di prevenzione e sicurezza, di dare impulso per costruire un sistema di soccorso che sia anche culturale e davvero organizzato.
Non un intervento spot che lascia il tempo che trova, un progetto serio che duri nel tempo: “Abbiamo assistito a tante iniziative in questi giorni, impropriamente accostate alla storia di Nicolò.
Abbiamo sentito parlare di defibrillatori distribuiti, dell’idea di addestrare i bagnini al loro utilizzo. Solo che i bagnini alle 18,30 se ne vanno dalla spiaggia e mio figlio si è sentito male alle 19.
Dunque quello che voglio dire è che bisogna ripensare ad un intero sistema che nel nostro caso ha fatto acqua da tutte le parti. Servono persone addestrate e strumenti che arrivino in pochissimi minuti quando accadono situazioni gravi. Mi hanno detto che Nicolò ha avuto una fibrillazione, una cosa che è abbastanza frequente tra i ragazzi dai 9 ai 16 anni, l’età dello sviluppo.
C’erano solo 3 minuti di tempo per dargli un’opportunità.
Nicolò quell’opportunità non l’ha avuta, vogliamo che ce l’abbiamo altri ragazzi, per non dover ricordare più un dolore sordo e immenso come il nostro”.
La richiesta della famiglia Serroni è che non si disperdano risorse e professionalità ma che ci si fermi un attimo a riflettere e costruire qualcosa di serio, per un sistema di soccorso che deve per forza essere coordinato dalla sanità pubblica ma che può avere il supporto di tutti: “Ma tutti insieme, senza cercare una facile visibilità, con l’idea di risolvere davvero i problemi, non solo d’estate, non solo oggi, non solo per cercare un senso alla morte di Nicolò.
Che almeno quella morte serva a qualcosa di buono”.
Presto sarà reso noto un numero di conto corrente per contribuire al progetto che nasce nel nome di Nicolò, ci saranno iniziative e manifestazioni per raccogliere fondi, ci sarà la vita che va avanti nel suo nome, per tenere in vita ancora, in qualche modo, un ragazzo che aveva ancora tante cose da fare e da sognare.
L’Associazione Nicolò Serroni è da ieri su Facebook
Parte la gara di solidarietà per costruire nel fermano e non solo una diversa cultura della sicurezza
In poche ore, oltre 800 persone hanno aderito alla pagina Facebook nata per ricordare l’indimenticabile Nicolò Serroni, perché la sua morte non sia avvenuta invano.
Oltre 2400 visite in un giorno appena, a testimoniare il profondo affetto che circonda ancora lo sfortunato giovane.
“Nel tardo pomeriggio del 21 luglio 2013, scrivono Natasha e Sandro Serroni nella pagina appena inaugurata, nostro figlio Nicolò, si spegneva durante una partitella, di beach soccer,tra amici presso lo chalet Delfino Verde di Porto San Giorgio. Una serie di circostanze ha voluto che Nicolò, lasciasse per sempre la sua famiglia, i suoi parenti ed i suoi splendidi amici. La visita medico legale stabiliva che il decesso avveniva per una fibrillazione al cuore”.
In cardiologia il termine assume il significato di ritmo patologico del cuore, caratterizzato da un'alterazione della normale contrattilità del muscolo cardiaco.
Esistono due tipi di fibrillazione: atriale e ventricolare, aritmie caratterizzate dalla contrazione rapida, scoordinata ed inefficiente rispettivamente degli atri e dei ventricoli.
È possibile contrastare queste alterazioni tramite la defibrillazione elettrica, per ripristinare il ritmo cardiaco in caso di FV, o per mezzo di farmaci antiaritmici in caso di FA.
Purtroppo Nicolò, non è stato fortunato, perché il defibrillatore e' arrivato con l'auto medica, quando ormai era troppo tardi
L'arresto cardiaco costituisce una patologia che colpisce in Italia una persona su 800, con una stima di circa 50.000 vittime all'anno, delle quali solo il 2% sopravvive.
Si tratta quindi di un fenomeno molto rilevante che si manifesta spesso e volentieri fuori dalle strutture sanitarie ( il 50% a domicilio, 33% nel posto di lavoro, il 12% per strada ed il 5% durante le attività ricreative).
La famiglia di Nicolò, i suoi tantissimi amici, hanno oggi unito le forze, per sensibilizzare tutti, perché quello che è accaduto allo sfortunato giovane non accada a nessun altro: “L’idea è di costruire un sistema efficace che consenta di far arrivare in brevissimo tempo persone addestrate e strumenti efficaci, perché in pochi minuti è possibile salvare una vita, come quella del nostro
Nicolò che aveva solo 14 anni.
Noi genitori di Nicolò, Sandro e Natasha Serroni con la sorellina Alessandra, porteremo avanti questo progetto e ci auspichiamo che grazie al contributo di tutti con le donazioni che ciascuno potrà fare, al più presto riusciremo a dare più sicurezza a questo territorio e non solo”.
Per donazioni Bonifico sul numero IBAN: IT 21 V 07107 69450 000010111856 intestato a Sandro Serroni, causale Fondazione Nicolò Serroni.
Per bonifici provenienti dall'estero : Bic Swift ICRAITRRURO
Angelica Malvatani