La sordita’ nel bambino e’ sempre un problema grave e complesso. E’ necessaria una diagnosi precoce , possibilmente entro il V mese di vita , per poter prendere tempestivamente tutti i provvedimenti terapeutici e riabilitativi di volta in volta necessari, secondo quanto stabilito dalla “Consensus Conference on Neonatal Hearing Screening”. Come sempre uno sforzo deve essere rivolto a una efficace prevenzione, in sintonia con un programma specifico dell’OMS e dell’Agenzia Internazionale –Hearing International per la prevenzione delle sordità. Per quanto riguarda le dimensioni del fenomeno e’ stato calcolato, da fonti Istat, che in Italia circa 5.000.000 di persone presentano turbe uditive e fra queste circa 70.000 sono considerate con un termine a dir poco anacronistico “ sordomute” ,nel senso che presentano sordita’ profonda dalla nascita e conseguentemente notevoli alterazioni nella formazione e nella maturazione del linguaggio, unitamente ad un grave impedimento nella comunicazione verbale. A tal proposito e’ risaputo che il linguaggio verbale e la comunicazione del paziente sono appresi in gran parte nei primi 3 anni di vita , quando la plasticità cerebrale e’ massima, quindi piu’ lungo e’ il silenzio peggiori saranno i risultati. Alla diagnosi precoce deve seguire anche il trattamento immediato, che, oggi si puo’ avvalere di 2 strumenti protesici, vale a dire la protesi acustica e l’impinto cocleare, entrambi supportati da una adeguato training logopedico, e’ per questo che si parla di trattamento protesico riabilitativo. La conoscenza del problema e le reali possibilità di intervento rendono la figura dell’otorinolaringoiatra e del foniatra perno fondamentale per l’individuazione , fin dal suo inizio di ogni forma di ipoacusia per la sua cura e il suo follow up al fine di un ottimale recupero di tutti quei bambini che presentano una qualche forma di sordità. Simonetta Calamita