L’essere stati tutti a casa, per i più ci ha fatti sentire protetti e allora della casa guscio vissuta ne abbiamo apprezzato le qualità ma percepite le mancanze. Per altri ci si è sentiti privati delle proprie certezze del quotidiano vivere. Qualcosa è cambiato , il sentirci vulnerabili ha reso importante garantire una privacy che riguardasse gli spazi condivisi e ci siamo inventati di tutto per recuperare i rapporti di lavoro ed il lavoro stesso, la convivenza in famiglia tra età diverse con diverse le esigenze.
Il mercato immobiliare come risponderà alle nuove richieste? Secondo me sarà il COMFORT a soddisfare le nuove ed oramai irrinunciabili esigenze, nel suo più ampio significato.
Il comfort risponde a requisiti che caratterizzano lo star bene in un luogo, in primis attraverso l’involucro edilizio che ne garantisce una piacevole temperatura interna eliminando le dispersioni energetiche ed il rumore, il curare l’orientamento della casa come usavano i nostri saggi antichi costruttori , usufruendo dei raggi solari nelle varie ore diurne ed ovviamente andando a ottimizzare le prestazioni attraverso un saggio uso della tecnologia più all’avanguardia, pompa di calore, ventilazione meccanica controllata, fotovoltaico solare termico e quant’altro con già riscontri certi. Il comfort che otterremo non sarà solo indoor ma anche outdoor. Le emissioni saranno drasticamente ridotte cosi che potremo essere certi di aver partecipato alla salvaguardia del pianeta che è la nostra prima casa. Ma comfort significa anche poter rispondere alla nostra richiesta di socializzazione con i nostri simili e con l’ambiente che ci circonda ed è per questo che credo saranno richiestissimi i balconi e/o ampli terrazzi, un’ area verde anche se in proprietà condivisa.
La tragica pandemia ci sta dimostrando che soltanto insieme potremo superare le fragilità che stiamo combattendo cosi da vincere le sfide globali, e come il colibrì nell’antica leggenda africana cerchiamo di fare ognuno la propria parte, ognuno con la propria professionalità e con le proprie potenzialità.
Allora ci sarà la possibilità di sentirsi abitanti del nostro pianeta terra, tenendo sempre a mente l’enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune e le dure parole pronunciate in occasione della giornata della terra nel suo 50° anno: “la terra non perdona mai”.
Arch. Stefania Bellabarba