Nessuno può mettere in dubbio che parte della magnificenza monumentale della Roma barocca sia merito del celebre architetto Gian Lorenzo Bernini. Ben pochi però sanno che negli anni del suo fervore costruttivo ebbe a fianco come architetto camerale fra Giorgio Marziali (o Marziale) da Ponzano di Fermo.
Nacque nel piccolo centro del Fermano nel 1605 e fu vestito nella provincia Romana, si fece frate dei minori francescani a Roma, e fu nel convento dell’Aracoeli. Si dice che scelse il nome di Giorgio in onore del compatrono del suo paese.
Certamente fu versatile nel disegno, ma come arrivò ad occuparsi di architettura non è dato saperlo: secondo gli storici locali negli anni della sua infanzia, a Ponzano operarono nell’edilizia ecclesiastica mastri fabbricatori lombardi, dai quali è probabile egli apprese mestiere e segreti. Di fatto lo ritroviamo a Roma con incarichi specifici in Curia, prima fabriciere poi architetto camerale.
Fu guardiano (1650) del Convento di Bolsena (nel quale curò il restauro del tetto) e l’anno successivo di Tarquinia, anche qui provvedendo a lavori di consolidamento del tetto. Nel frattempo
Nel 1656 il nuovo papa Alessandro VII Chigi decise di ampliare la villa pontificia di Castel Gandolfo, che voleva trasformare da semplice residenza estiva in vero palazzo regale, affidandone il progetto al Bernini; nella nuova costruzione troviamo fra Giorgio a fianco dell’architetto, con l’incarico di direzione dei lavori. Infuriò in quegli anni (1656-57) una violenta epidemia bubbonica, nel perdurare della quale tanto si spese con impegno e coraggio per alleviare le sofferenze della povera gente, da essere nominato in segno di riconoscenza Definitore perpetuo della Provincia francescana.
Terminati i lavori a Castel Gandolfo, che lo tennero impegnato per quasi dieci anni, troviamo ancora fra Giorgio come direttore dei lavori a fianco del Bernini nelle opere successive, in particolare il miglioramente urbanistico e la costruzione di nuove chiese ad Ariccia. Sotto Alessandro VII il Bernini fu chiamato a una frenetica attività, ed è probabile che l’architetto ponzanese gli fosse a fianco in più tempi e in più opere (non è escluso anche nell’ampliamento della residenza pontificia del Quirinale). Nel 1662 gli fu affidato l’incarico di rendere più comoda e carrozzabile la strada verso Gastel Gandolfo, dove per maggior comodià fece fare sedili di piperino mezzo miglio discosti l’uno dall’altro, mediante le quali commodità, ottimamente si gode l’amenità della campagna, colline, mare, legni come raccontò nel suo memoriale.
Fra Giorgio Marziali, del quale non si hanno altre notizie biografiche, si spense nel Convento dell’Aracoeli a Roma nell’ottobre 1672. Nel suo necrologio viene chiamato architectus celebris.
Giovanni Martinelli