Dalla finestra si vedono le montagne, piene di neve, intorno le nostre colline dolci e i colori di un inverno freddo. Dentro c’è la quiete di casa, le fotografie della vita, qualcuno ha il gatto acciambellato sul letto, i ricordi nel cuore e le persone care. E’ un posto così l’hospice di Montegranaro, c’è chi dice che qui si viene a morire, la verità è che qui si vivono giorni, a volte mesi, in piena dignità, senza la sofferenza, sollevando i malati e le loro famiglie dal dolore di una malattia ormai incurabile.
E’ un fiore all’occhiello dell’Area Vasta 4, la parte organizzativa è in capo al distretto unico, diretto da Vincenzo Rea, la parte medica e assistenziale al reparto di oncologia del Murri, con il primario Romeo Bascioni che crede profondamente in una medicina umana, capace di farsi carico delle persone: <<Noi seguiamo ogni caso dalla diagnosi fino a tutto il percorso terapeutico e poi nel caso delle cure palliative e del percorso da vivere all’hospice, nella piena dignità di giorni con l’assistenza di medici, infermieri, oss, ventiquattro ore su ventiquattro, Natale e festivi compresi>>.
In un angolo c’è il libro su cui si scrivono pensieri e parole, chi è stato qui parla di un paradiso, di un luogo davvero quieto e, per quanto possibile, sereno. Ci sono i disegni dei bambini, ci sono farfalle e poesie e tanti ringraziamenti davvero.
La caposala è Maria Rosaria Borriello che sottolinea: <<Chi viene qui migliora gli ultimi giorni e in qualche caso ha anche un recupero dell’aspettativa di vita, riesce a vivere con serenità un periodo più o meno lungo, con una grande presa in carico che è davvero a tutto tondo e che parte dalla persona>>.
Il personale è tutto formato per assistere persone in condizioni serie, forte anche l’approccio psicologico che è coordinato da Barbara Esperide: <<Qui le persone entrano in rapporto con la loro storia, con la vita e con la morte, nel rapporto con le persone care. E’ per questo fondamentale accompagnare i pazienti in questo percorso, dal punto di vista psicologico, ma la nostra azione va a sostegno anche del personale e dei volontari che qui davvero fanno la differenza, nelle tante attività e nei momenti di condivisione, entrando a pieno titolo nell’equipe della struttura>>.
Spiega il direttore del distretto Rea: <<Quando migliora lo stato clinico e psicologico del paziente, migliora anche la vita della famiglia e si sollevano gli animi di tutti, anche in un momento di sofferenza. Questa struttura è davvero un luogo straordinario, di risposte sanitarie ma anche e soprattutto sociali>>.
Il direttore dell’Area Vasta Licio Livini sottolinea: <<Sono situazioni che davvero danno supporto al sistema sanitario, risposte sul territorio non solo per le malattie oncologiche ma anche per le malattie degenerative. Parliamo di sollievo davvero, per le persone che si affidano a noi>>.
Angelica Malvatani