Laura Pennesi è giovane, minuta, dimostra anche meno degli anni che ha. Ha l’aria dolce, la voce però è ferma e quasi sorridente, lei che in questi pochi giorni vissuti al Salesi ha saputo guardare avanti e abbracciare il mondo intero. Filippo si è spento dopo pochi giorni dall’incidente che lo ha visto coinvolto, a Penna San Giovanni, annegato in pochi centimetri di acqua nella piscina. Un dispiacere senza fine eppure è un gigante questa mamma che sta vivendo la cosa meno naturale del mondo, la perdita di un figlio di soli 22 mesi. Un gigante di sorrisi e di generosità, parla del piccolo Filippo come se fosse ancora vivo, come se potesse ancora sgambettarle accanto, grazie al dono immenso che ha voluto compiere, lasciando i suoi organi a che ne aveva bisogno.
Laura, si può parlare di qualche spazio di gioia in questi momenti? <<Io so solo che quattro bimbi vivono ed erano destinati alla morte, vivono grazie agli organi che abbiamo potuto donare. Oggi voglio dare questo messaggio, perché nessuna morte resti vana, perché almeno questo sacrificio porti ancora vita e speranza>>.
Quando avete maturato la decisione di donare gli organi del piccolo Filippo? <<Io subito, appena ad Ancona ci hanno detto che non c’era speranza ho chiesto che si arrivasse a questo. All’inizio sembrava che potesse donare solo il cuoricino e invece poi è andata bene, hanno potuto prendere anche i polmoni e il fegato e dare vita ad altri bambini. Io mi sono immaginata la telefonata che arriva a casa di chi sta per perdere un bambino e che invece viene a sapere che c’è un donatore, mi sono vista in testa quella gioia, le chiamate a tutta la famiglia per fare presto, la vita che ricomincia e ho capito che era la cosa giusta>>.
Perché sente il bisogno di raccontare questa storia così grande e importante? <<Ne abbiamo parlato col primario, quando ho visto la fretta che c’era nel portare avanti le procedure, proprio perché la vita di quei bambini era in pericolo, ho capito che stavamo vivendo qualcosa di grande. Capisco anche le resistenze che ci sono tra chi pensa sia troppo difficile decidere, ti dicono che nonostante ci sia la morte cerebrale devono tenere comunque in vita il bambino e questa cosa è davvero difficile da vivere. E capisco anche chi pensa a lasciare intatto il corpicino ma davvero così si lascia che a vincere sia la morte. Spero che il nostro esempio possa far cambiare idea a qualcuno che magari è indeciso, perché lasci che si compia un destino più alto, che non possiamo capire in questo momento>>.
Laura sorride all’idea che il cuore di Filippo stia battendo di nuovo, nel petto di un altro bimbo che si spera possa essere felice, possa giocare e correre al posto suo, lui che è ormai un angelo, lui che nella sua brevissima vita ha lasciato il segno più alto e ha donato il futuro a chi non ne aveva più.
Angelica Malvatani