A fianco delle classiche armi per il trattamento del cancro come la chirurgia, la chemio e la radioterapia oggi inizia a farsi prepotentemente strada l'approccio immunoterapico.
L'obiettivo di questo approccio è far sì che la difesa naturale più importante dell'organismo, ovvero il sistema immunitario, operi in prima linea nel fronteggiare la replicazione delle cellule neoplastiche.
Il meccanismo d'azione di questo nuovo approccio lo spiega Paola Nisticò, responsabile del Servizio di immunologia e immunoterapia dei tumori dell'Istituto Nazionale tumori regina Elena di Roma. "Se già da tempo l'immunologia ipotizzava la capacità del sistema immunitario di controllare la crescita dei tumori, oggi abbiamo compreso il ruolo essenziale dei check-point inibitori, molecole espresse dai linfociti su cui il tumore interviene, accentuando eccessivamente la loro azione inibitoria allo scopo di evadere il controllo del sistema immunitario - fa capire l'esperta".
E' da queste conoscenze che si apre il grande settore dell'immunoterapia, che mira a valutare l'azione di specifici anticorpi monoclonali che hanno il ruolo di bloccare i check-point inibitori.
Alcuni di questi farmaci sono già disponibili e hanno dimostrato la loro azione in forma neoplastiche "difficili" da trattare come i tumori polmonari e i mesoteliomi.
Alessandra Pompei