“Con la firma del protocollo di oggi si concretizza ancora di più il motto del ‘Rotary Servire al di sopra di ogni interesse personale’. Un obiettivo che coincide con il fine primario del Servizio Nazionale della Protezione Civile”. – Con queste parole il Capo del dipartimento di Protezione Civile, Fabrizio Curcio, venerdì 08 luglio ha siglato a Roma un accordo fra Dipartimento nazionale e i Distretti italiani del Rotary International. Un impegno siglato per collaborare alle attività di comunicazione e informazione di protezione civile a favore della popolazione e in ambito scolastico, mentre il Dipartimento Protezione Civile favorirà la partecipazione attiva dei soci Rotary anche attraverso iniziative formative dedicate. Promuovere la conoscenza dei rischi e, più in generale, dei temi di protezione civile e collaborare con le Istituzioni alle attività di formazione e informazione di cittadini e operatori: con questo obiettivo è stato sottoscritto nella sede operativa del Dipartimento il documento unico nel suo genere che fa da apripista ad una collaborazione nazionale tra le due realtà senza precedenti. “L'impegno di promuovere ai diversi livelli territoriali la diffusione di una cultura della prevenzione, la formazione dei soci, la conoscenza dei rischi - ha affermato il Capo dipartimento Fabrizio Curcio - è il segno di una società che davvero vuole fare un salto culturale e contribuire alla costruzione di comunità resilienti". Una operazione che consentirà di lavorare in simbiosi per disegnare insieme la strada migliore e più efficiente, che permetta di aumentare la consapevolezza e la sensibilità dei cittadini verso i rischi e la loro gestione. I volontari di protezione civile sono una vivace risorsa con oltre ottocentomila associati su tutto il territorio nazionale, un volontariato nato sotto la spinta delle grandi emergenze che hanno colpito l'Italia negli ultimi 50 anni per esempio l'alluvione di Firenze del 1966 e i terremoti del Friuli e dell'Irpinia. Una grande mobilitazione spontanea di cittadini fece capire che a mancare non era la solidarietà della gente, ma un sistema pubblico organizzato che sapesse impiegarla e valorizzarla. Il volontariato di protezione civile unisce, da allora, spinte di natura religiosa e laica e garantisce il diritto ad essere soccorso con professionalità. Con la legge n. 225 del 1992 e con i successivi aggiustamenti, sono state regolate le competenze e distribuite le responsabilità. L’Italia ha organizzato la Protezione Civile “Servizio Nazionale” coordinato dal Presidente del Consiglio dei Ministri come istitutiva del Servizio Nazionale della Protezione Civile. Un volontariato attore del sistema e del proprio territorio: protegge la comunità in collaborazione con le istituzioni, in base al principio della sussidiarietà orizzontale. Spesso i compiti di Protezione Civile sono affidati a personale volontario, che nella vita di tutti i giorni si occupa di ben altre attività e che comunque, per fortuna, non tutti i giorni è chiamato ad operare in situazioni di emergenza. Nell’ambito delle tematiche della Sicurezza e della Protezione Civile un modello rivolto ai cittadini con una ricaduta sulla popolazione che abbia lo scopo primario di sollecitare in ognuno una “cultura della prevenzione e sicurezza” che anticipi e sostituisca la “cultura dell’emergenza”, la sola oggi diffusa e radicata nella società odierna, sempre più ostaggio di rassegnazione, fatalismo e sconforto. E’ da precisare che tutte le tipologie di Volontariato sono fondamentali; non svolgono un ruolo di supplenza alle difficoltà pubbliche, ma costituiscono uno strumento di partecipazione dei cittadini al sistema. Dimostrare un alto senso di disponibilità e sensibilità nei confronti delle comunità attraverso un “Patto di Solidarietà per fare parte di una struttura organizzata con l’obiettivo di permettere ai componenti di intervenire direttamente con le loro competenze tutti professionisti in grado di poter dare il loro contributo in situazioni di emergenza e non. La “protezione civile” consiste in tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Il fatto che ogni area del paese risulti interessata dalla probabilità di qualche tipo di rischio, rende necessario un sistema di protezione civile che assicuri in ogni area la presenza di risorse umane, mezzi, capacità operative e decisionali in grado di intervenire in tempi brevissimi in caso di calamità, ma anche di operare con continuità per prevenire e, per quanto possibile, prevedere i disastri. Per fronteggiare e gestire l’emergenza, le istituzioni pubbliche devono svolgere un’attività che si discosta da quella ordinaria, dispiegando una azione straordinaria rispetto al contenuto e anche eccezionale rispetto agli strumenti giuridici di esternazione. La protezione civile, oltre ad avvalersi di Enti e Corpi organizzati dello Stato può fare affidamento sul volontariato, gestito attraverso il Coordinamento su base provinciale di associazioni e gruppi iscritti ad apposito registro regionale.
“Service above self”, ovvero servire al di sopra di ogni interesse personale è il motto ufficiale del Rotary ed è con questo spirito che già vi sono esempio di realizzazione di service in grado di aiutare. Medici, infermieri e tecnici chiamati a soccorrere le vittime di eventi catastrofici, mettendo in campo uno sforzo maggiore per affrontare la quotidianità. Sono questi i momenti che funzionano da ‘carburante morale’ per la prosecuzione di un percorso, sempre teso ad aiutare chi ha veramente bisogno di aiuto e da una fiammella si può riuscire a creare una fiaccola con l’impegno nel non mollare. Nel Volontariato la formazione e l'informazione sono attività basilari per il funzionamento dell'intero sistema comunale di protezione civile poiché consentono di ridurre i danni che un evento può provocare, anche attraverso esercitazioni. Va sottolineato che l'informazione alla popolazione è necessaria per avviare comportamenti autoprotettivi e successivamente di concorso e solidarietà nelle operazioni d'emergenza conseguenti ad un evento. In questa direzione, attraverso l'attuazione del piano, si deve garantire e favorire la crescita della comunità locale: le azioni di sensibilizzazione devono essere verificate tramite simulazioni, volta a creare nella popolazione consapevolezza sulle modalità di diffusione degli allarmi nelle zone a rischio e sui comportamenti da adottare in modo da estendere la capacità di autodifesa. Per assicurare tempestività di intervento, efficienza operativa, rispondenza alle procedure e adeguato impiego delle risorse, è necessaria la periodica verifica della pianificazione di emergenza tramite esercitazioni, dalle quali scaturiscono ammaestramenti che dovranno poi essere impiegati per l'aggiornamento del piano. I piani comunali di protezione civile e di emergenza divengono pertanto la base per il coordinamento ai livelli superiori, ma devono anche tradursi in formazione, informazione ed esercitazione. Procedure di emergenza: le procedure e i mansionari sono documenti condivisi, conosciuti e divulgati che nella loro essenzialità stabiliscono le azioni e le operazioni da effettuare in caso di emergenza, in ordine logico e in ordine temporale: in pratica, stabiliscono quali sono le cose da fare, chi deve farle e come. Sarà grazie alla sottoscrizione di questo Protocollo d’Intesa con il Dipartimento Nazionale, se a breve in ogni distretto italiano potrà essere presente una Unità Rotary di Protezione Civile in grado di dare il via alla creazione di quel sistema del volontariato inteso come piccolo scrigno di solidarietà sociale, in grado di fornire un positivo contributo in termini di professionalità, a beneficio della collettività.
Serenella Ciarrochi