Un nuovo metodo mini-invasivo per la chirurgia prostatica è stato messo a punto da Aldo Bocciardi, direttore del Reparto di Urologia dell'Ospedale Niguarda Ca' Granda di Milano.
Secondo l'esperienza dello stesso urologo, consentirebbe di ridurre ulteriormente il rischio di deficit erettile e incontinenza dopo l'intervento. La strategia prevede di puntare su un particolare ingrandimento ottico e tridimensionale oltre che sull'ampiezza di movimento e rotazione del braccio robotico.
Impiegando questi sistemi, i rischi sarebbero inferiori, così come minore sarebbero l'incisione chirurgica e il trauma operatorio.
Le statistiche degli interventi effettuati da Bocciardi, circa un migliaio con la tecnica robotica, dicono che entro un mese dall'intervento il 95 per cento dei pazienti non riferisce incontinenza urinaria e in quattro casi su cinque l'erezione permane valida, quando ovviamente non esistevano deficit erettili già prima del passaggio in sala operatoria. Come se non bastasse, con l'impiego del robot si riduce anche il rischio di ricorrere a trasfusioni e calano le spese per il sistema sanitario nazionale, visto che il paziente può essere dimesso dopo tre giorni e senza necessità di catetere uretrale, contro gli otto-dieci giorni di degenza del classico intervento chirurgico.
Alessandra Pompei