La carne migliore, il pesce, le verdure di stagione, da abbinare coi legumi e con i sapori della nostra terra, nel rispetto delle stagioni. Il fermano fa scuola di dieta mediterranea, i laboratorio che è nato proprio nel segno dei sapori più sani e genuini continua a diffondersi e a far crescere la cultura.
Si sono diplomati aiuto cuochi otto detenuti nella casa di reclusione di Fermo, per aver seguito il corso di cucina messo in piedi proprio dal Laboratorio Piceno della Dieta mediterranea e dall’Istituto Penitenziario fermano nei giorni scorsi l’esame finale per tutti: promossi a pieni voti.
Un progetto che in Italia è stato portato avanti solo nel carcere di Padova, come ha sottolineato il cofondatore del laboratorio e ideatore del corso Adolfo Leoni: <<Nella dirigenza del carcere e nell’area trattamentale abbiamo trovato un’accoglienza immediata a questo nostro progetto. Tra gli obiettivi del Laboratorio, c’è quello di informare il territorio dell’opportunità rappresentata dalla Dieta mediterranea come volano di nuovo sviluppo agricolo, agro-alimentare, turistico e culturale. Il carcere non è un luogo fuori della città. Ci tenevamo a dire che è invece una realtà all’interno della comunità cittadina. Non ci sono scarti ma persone e noi abbiamo voluto coinvolgerli, in pieno, in un progetto di grande respiro>>.
Il corso durato due mesi, portato avanti da 4 cuochi, Sandro Pazzaglia, Benito Ricci, Sandro Montironi e Mauro Donati, e da un medico, il diabetologo Paolo Foglini è servito a dare una professionalizzazione da aiuto cuoco.
Lando Siliquini, medico e presidente del Laboratorio ha sottolineato che l’attestato potrà servire nel mondo del lavoro, lo chef Pazzaglia ha raccontato di essere rimasto molto colpito e arricchito dal confronto con gli otto partecipanti al corso, il dottor Foglini ha approfondito i concetti di salute e nutrizione, per spiegare che davvero siamo quello che mangiamo.
I vertici del carcere hanno ipotizzato un secondo corso per il 2016, la direttrice Eleonora Consoli, con gli operatori Nicola Arbusti e Lucia Tarquini hanno parlato di una iniziativa di grande valore, nel cominciare a costruire un futuro per i detenuti che in carcere cercano prospettive migliori.
Per la prova finale, gli 8 partecipanti hanno realizzato una serie di piatti tipici della dieta, seguiti dallo chef Benito Ricci, per un buffet finale che ha premiato davvero tutti. Presenti anche Paola Mezzaluna, che con la sua azienda ha offerto il suo supporto, e Leonello Alessandrini delle Grafiche Fioroni che pure hanno sostenuto il percorso formativo.
Angelica Malvatani