Per trattare una patologia scritta nel patrimonio genetico del soggetto come la sindrome di Brugada forse in futuro non si punterà solamente sul defibrillatore impiantabile.
E' la speranza che viene dalla ricerca dell'aritmologo italiano Carlo Pappone insieme a Josep Brugada, che ha dimostrato come si possa tentare una strada diversa grazie ad una mappatura delle cellule cardiache e l'identificazione di quelle che danno luogo alle aritmie potenzialmente fatali.
E' a questo punto che, grazie ad una piccola sonda, si realizza la termoablazione selettiva attraverso corrente elettrica a radiofrequenza.
Alcuni pazienti sono già stati trattati con questa tecnica. S
i tratta di 14 soggetti ad altissimo rischio, e le osservazioni a sei mesi dal trattamento dimostrano che non ci sono più stati segni della patologia.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Circulation EP.
Alessandra Pompei