Le Marche, «terra dei Fioretti», raccontano la vita semplice e illuminata di tanti francescani dei primi anni.
Fra questi troviamo Giovanni Elisei, nato a Fermo nel 1259 da nobile famiglia. Fu un uomo di grande fede, che dedicò la sua vita a seguire l’esempio di povertà e umile serenità di san Francesco, del cui ordine vestì giovanissimo il saio.
La sua vita e il suo esempio sono narrati nel libro dei Fioretti da Ugolino da Montegiorgio, che scrive delle miracolose apparizioni del Cristo e delle visioni di questo umile frate, ritiratosi nel santo luogo della Verna, sempre avendo ad esempio e missione il poverello di Assisi.
«Di che frate Giovanni ancora con maggiore fervore e desiderio seguiva Cristo: e giunto ch’ei fu a lui, Cristo benedetto si rivolge verso di lui e riguarda col viso allegro e grazioso: e aprendo le sue santissime e misericordiose braccia, sì l’abbraccia dolcissimamente».
Questa la narrazione di Ugolino di una delle tante apparizioni mistiche della santa vita di frate Giovanni, detto «della Verna» dal nome del luogo del suo eremitaggio, uno dei luoghi più emblematici della presenza di san Francesco. Si narra che un giorno, nella ricorrenza dei defunti, celebrasse messa, quando «vide infinite anime uscire dal Purgatorio, a modo che faville di fuoco innumerabili che uscissero di una fornace accesa», e fu così che, grazie alla sua visione e alla sua intercessione, liberò dalle pene del Purgatorio il confratello Jacopo da Falerone, apparsogli per implorarne l’aiuto. Alla Verna uno dei sentieri porta il suo nome per l’episodio che lo vide protagonista nel 1318, quando vide la Madonna posta su un faggio mentre cullava il Bambino: quella pianta fu oggetto di venerazione, e vicino fu costruita una cappella votiva.
Giovanni della Verna fu amico e confidente di Jacopone da Todi: di questi resta una lettera in rime inviata a «Fra Janne de la Verne» per incitarlo ancora alla penitenza e alle sofferenze: «argoméntate a clàmare che lo Signore te dégia dare omne male et pestilenza ch’a questo mondo è despiacenza».
Tanta fu l’amicizia e la sintonia spirituale fra i due che Jacopone volle spirare tra le braccia dell’amico, la notte di Natale del 1306. Nonostante fosse prossimo al trapasso, si racconta che Jacopone volle attendere l’arrivo di Giovanni per ricevere da lui il viatico e abbandonarsi con il sorriso sulle labbra al sonno eterno.
Di Giovanni della Verna, beatificato da Leone XIII nel 1880, che passò gli ultimi anni della vita percorrendo l’Italia per convertire i peccatori e riportare gli eretici nella Chiesa, resta uno scritto, il trattato I gradi dell’anima, dal quale traspaiono il suo intenso misticismo e il suo candore spirituale, un vero testamento spirituale della santità francescana. Morì, in povertà e lontano dal mondo come aveva vissuto l’intera sua esistenza, l’8 agosto 1322.
Giovanni Martinelli