Giro di vite per la detenzione delle armi da fuoco. Con le nuove norme i proprietari di armi dovranno dimostrare di avere ancora le capacità per poterle detenere.
Entro il 4 maggio 2015 chi deteneva armi doveva presentare il certificato medico di idoneità psicofisica alla detenzione; in pratica lo stesso certificato richiesto per il rilascio del nulla osta all'acquisto, previsto dall'art. 35 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
Lo stabilisce il decreto legislativo n. 121 del 29 settembre 2013, entrato in vigore il 5 novembre, che ha introdotto diverse novità in tema di controlli per l'acquisizione e la detenzione di armi (bianche, da sparo o da fuoco).
La certificazione dovrà attestare che il richiedente non sia affetto da malattie mentali oppure patologie che ne diminuiscano, anche temporaneamente, la capacità di intendere e di volere ovvero non risulti assumere, anche occasionalmente, sostanze stupefacenti e psicotrope oppure abusare di alcol.
Il certificato medico in questione è rilasciato dal medico provinciale o dall'ufficiale sanitario (attualmente Asl) o da un medico militare.
Il richiedente, sottoponendosi agli accertamenti, è tenuto a presentare un certificato anamnestico, rilasciato dal medico di fiducia, di data non anteriore a tre mesi.
Il medico accertatore potrà richiedere, ove ritenuto necessario, ulteriori specifici esami o visite specialistiche, che saranno effettuati presso strutture pubbliche.
Sono esentati dall'obbligo di presentazione, solo, coloro che hanno il titolo in corso di validità o in fase di rinnovo e, ovviamente, purtroppo anche coloro che detengono abusivamente armi da fuoco e quelli legati alla criminalità organizzata, mafia camorra ecc, fondamentalisti islamici e micro criminalità.
I più colpiti sono per lo più gli eredi di cacciatori o collezionisti, che si trovano costretti a rinnovare il porto d’armi per uso sportivo, pena l’illegalità nella detenzione.
Questa norma, ha una molteplicità di effetti collaterali tra gli appassionati, che fa riflettere.
In primis il danno economico ,sicuramente il più rilevante. Comprende il costo dei certificati medici (circa 150.00 euro) e la perdita di ore di lavoro.
Non da sottovalutare il rischio, qualora si abbia usufruito di psicofarmaci o avuto problemi legati all’assunzione di droghe o alcol, di vedersi sequestrare le armi ancor prima di presentare gli incartamenti necessari.
Un immissione nel mercato di prodotti usati, con conseguente blocco delle vendite dei “nuovi prodotti”. Per la maggior parte dei casi si parla di armi obsolete, molte volte non funzionanti e pericolose.
Agli occhi dell’opinione pubblica si può dimostrare, un irrigidimento delle norme, una diminuzione di armi in circolazione, un aumento vertiginoso nelle casse della sanità pubblica, una diminuzione di soggetti “a rischio” che detengono armi.
P.S. Le persone che entro la data di scadenza non avranno provveduto a consegnare il certificato agli uffici di Polizia o Carabinieri che avevano ricevuto le denunce di detenzione, riceveranno una diffida per la presentazione del certificato stesso. Se nei successivi 30 giorni la certificazione non sarà presentata, sarà avviato il procedimento finalizzato al divieto di detenzione.
Carlo Cacciatori