A volte basta poco o addirittura niente e il sangue inizia a colare dal naso: si chiama epistassi ed è un disturbo abbastanza comune, trasversale a tutte l’età, e che, pertanto, non deve essere vissuto con allarmismo. Le cause La cattiva abitudine di molti bambini di infilarsi ripetutamente le dita nel naso è la causa più frequente nell’infanzia mentre i valori elevati di pressione sanguigna o l’utilizzo di farmaci antiaggreganti (aspirina) o anticoagulanti (Coumadin) sono responsabili delle epistassi negli anziani. Anche una banale rinite virale e la rinite allergica, nonché l’esposizione prolungata ai raggi solari, che provoca secchezza e vasodilatazione della mucosa nasale, sono in grado di causare una rinorragia (fuoriuscita di sangue dal naso). Più raramente l’epistassi è il sintomo di una malattia vera e propria che può essere conseguenza di un trauma facciale o essere legata ad una poliposi nasale, ad una patologia della coagulazione del sangue o, in casi molto rari, ad un corpo estraneo nasale. In queste situazioni l’epistassi però si accompagna sempre ad altri sintomi. Come intervenire In caso di epistassi è opportuno mantenere la posizione eretta o seduta reclinando la testa in avanti, così da evitare che il sangue venga deglutito. É utile comprimere con delicatezza le narici tenendo la punta del naso tra pollice e indice per circa 10-15 minuti. Può essere d’aiuto l’utilizzo della borsa del ghiaccio, posizionata sulla radice del naso, in virtù di un possibile effetto emostatico per la vasocostrizione prodotta dal freddo. É controindicato inserire garze e cotone emostatico nelle narici in quanto aderirebbero ai coaguli, che pertanto verrebbero rimossi insieme al tamponamento con conseguente ripresa dell’emorragia. Se il sanguinamento non accenna a fermarsi entro 20 minuti è opportuno ricorrere alla consulenza del medico. Quando indagare Se gli episodi, benché frequenti, si risolvono semplicemente tamponando non è necessario procedere ad ulteriori accertamenti diagnostici. Negli adulti è però sempre opportuno monitorare i valori della pressione e ridurre l’utilizzo di farmaci a potenziale azione antiaggregante (come ad esempio i FANS) Solo nei casi più ostinati si esegue un esame del sangue per controllare la buona funzionalità della coagulazione. Una visita dall’otorino, inoltre, servirà ad escludere la presenza di lesioni che possono dare sanguinamento a livello delle fosse nasali. Come curarla La terapia nei bambini e negli adulti consiste nell’uso di creme emollienti e solo nei casi più ostinati nella cauterizzazione dei capillari con agenti chimici o con una corrente elettrica in anestesia locale. Solo nei casi più complessi si dovrà ricorrere alla chirurgia con la legatura dei vasi per via endoscopica o alla loro embolizzazione. Simonetta Calamita