Ciclicamente si assiste ad una riscoperta delle possibili indicazioni per farmaci a base di cannabinoidi, con grande interesse da parte della comunità scientifica. L'ultima novità in questo senso pare essere particolarmente attesa nel mondo dell'epilessia, perché potrebbe proporsi come alternativa di trattamento nei casi in cui il paziente è divenuto farmaco-resistenze. Non ci sarà comunque da attendere molto per avere risposta a questi quesiti, visto che le sperimentazioni cliniche sul nuovo medicinale, costituito da cannabidiolo puro al 98 per cento privato della componente stupefacente, sono ormai in dirittura d'arrivo. Sia chiaro: fino a questo punto stiamo parlando di studi clinici autorizzati su una molecola testa anche in fase produttiva secondo le norme di good manufacturing practice, con evidenti garanzie di sicurezza per i pazienti. Per questo gli esperti raccomandano di non affidarsi al "fai da te" in attesa della conclusione del percorso di ricerca clinica della molecola attualmente in sperimentazione. Il rischio effettivamente esiste se si considera la difficoltà per i parenti di stare vicino ad un bambino con crisi epilettiche non controllabili, ma non bisogna cadere nell'errore di farsi preparare il farmaco galenico, offrendolo al piccolo paziente senza il necessario conforto di un medico specialista in neurologia. Così facendo, il rischio può essere di gran lunga maggiore rispetto al beneficio. Meglio attendere che la scienza faccia il suo corso. Alessandra Pompei