I dati che seguono non sono tratti dal bollettino della Caritas o dal Manifesto, bensì dai siti dell’OCSE (www.oecd.org/migration) il club dei paesi più sviluppati, e del Ministero degli Interni. I pregiudizi (in grassetto) sono invece tratti dai titoli dei giornali, dai talk show e dalla propaganda xenofoba. Tutti i migranti sono clandestini L’Italia aderisce a trattati europei ed internazionali che la obbligano ad accogliere rifugiati provenienti da paesi dove sono in corso conflitti, persecuzioni politiche e catastrofi umanitarie. La gran parte di quelli che arrivano a Lampedusa vengono dalle aree suddette (Siria, Eritrea, Libia, Egitto ad esempio). L’Italia è lasciata sola ad accogliere i migranti Dal 2001 al 2012 in Italia sono arrivati 190 mila richiedenti asilo. In Francia 574 mila; In Germania 516 mila; nel Regno Unito 520 mila. L’Italia è al 21° posto (tra gli ultimi) tra i paesi sviluppati dell’OCSE in termini di quota di immigrati residenti (l’8 percento circa). Gli emigrati approfittano del nostro welfare, a scapito degli italiani Gli immigrati in Italia hanno tra i redditi medi più bassi dell’OCSE, anche perché sono meno educati. Vanno quindi ad occupare lavori tipicamente non sostitutivi di quelli a cui aspirano gli italiani. Siamo tra gli ultimi nell’OCSE nella fornitura di alloggi e nella concessione della cittadinanza. Numerosi studi (si veda l’International Migration Outlook del 2013) dimostrano che le tasse ed i contributi pagati dagli immigrati eguagliano o superano il valore delle prestazioni assistenziali ricevute. E’ scandaloso spendere per accogliere i migranti, quando non ci sono soldi per i disoccupati Quest’anno spenderemo circa 23 miliardi di euro per cassa integrazione e indennità di disoccupazione in favore di residenti. Per la presa in carico di migranti e richiedenti asilo e la difesa dei confini il Ministero dell’intermo ha stanziato quest’anno poco più di 200 milioni. Il rapporto delle due spese è quindi 1/100. La gran parte dei 200 milioni non vanno in tasca ai migranti, ma per le spese di difesa dei confini. Luca Romanelli