2014.07.16 – “Luigi Cicconi (Sant’Elpidio a Mare 1804 – Mortara 1856) – L’improvvisatore che conquistò Parigi” di Giovanni Martinelli

Pubblicato il 16 Luglio 2014 da admin

Giovanni Martinelli

Giovanni Martinelli

Nella prima metà dell’800 furoreggiò in Italia e un po’ in tutta Europa la moda dell’improvvisazione poetica.

Fu un «fuoco di paglia» ma per alcuni decenni i migliori salotti si contesero i verseggiatori che, a grandi e piccole platee, offrivano rime create al momento su temi storici o letterari.

Fra i nomi più celebrati, che poi si conquistarono un posto anche come verseggiatori e scrittori di una certa qualità, fu quello di Luigi Cicconi. Nato a Sant’Elpidio a Mare il 12 novembre 1804, studiò con una borsa di studio del Comune a Roma, dove si laureò in medicina ottenendo un posto all’Arcispedale di Santo Spirito. Ma nel suo animo era poeta e, assistendo a una performance del grande improvvisatore Tommaso Sgricci, decise senza rimpianti che quella sarebbe stata la sua strada.

Si dedicò con successo alla sua passione, immediatamente acclamato nelle maggiori città italiane. Tornato per poco tempo nel suo paese nel 1828 improvvisò nel teatro dell’Orso una Merope che entusiasmò i presenti, tanto da portarlo in trionfo fino a casa. Applaudito a Roma, Napoli, Venezia, Torino, Bologna, tentò la via di Parigi, il centro culturale dell’Europa del tempo, dove il 10 maggio 1836 dinanzi a un pubblico d’eccezione (l’Accademia di Francia schierata al completo) sfidò in rime nell’Hotel de Ville il Pradel, idolo dei francesi. Le cronache parlano di folla in delirio che lo proclamò vincitore, incoronato da Lamartine, che polemicamente lo chiamò «un vivo della terra dei morti».

Di sentimenti liberali (a Parigi fu in contatto con gli intellettuali italiani esuli, come testimoniano alcune corrispondenze e suoi ricordi), ospite indesiderato dal potere pontificio, abbandonò l’attività di improvvisatore (della quale restano diverse opere date a stampa su stenografia) per dedicarsi alla poesia scritta e al giornalismo. «Gli articoli del Cicconi si fanno leggere con molto piacere» scrisse il Gioberti.   Grazie allo zio mons. Vincenzo Massi, Nunzio alla corte del re di Sardegna, ottenne a Torino la direzione della rivista «Il museo letterario e scientifico», divenendo corrispondente di alcune gazzette. Di quel periodo la pubblicazione di importanti opere come La storia del progresso dell’industria umana, L’origine e progresso della civiltà europea e Il mondo promesso, una sorta di storia dell’umanità in quadri rimasta incompiuta (scrisse lo Chateaubriand «quest’opera è immensa»). Scrisse anche alcune tragedie, conservate nell’archivio storico di Sant’Elpidio a Mare.

Ottenuta una cattedra nel Collegio nazionale di Mortara, qui il Cicconi si ritirò in esilio e si spense il 25 maggio 1856. Sia la città natale sia Mortara ne hanno conservato la memoria intitolandogli la prima il teatro, la seconda una via.

Giovanni Martinelli

Luigi Cicconi

Luigi Cicconi

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