Premessa:
Quando si parla di rinite allergica, il pensiero facilmente si orienta verso problematiche sanitarie di minore importanza. In fondo, di rinite allergica non si muore. Se si considerano i numeri, cioè le dimensioni epidemiologiche della malattia e le ripercussioni sulla qualità di vita, allora l’attenzione si risveglia. Consideriamo ad esempio solo l’età pediatrica. Nei soli Stati Uniti, si contano circa 40 milioni di persone affette da rinite allergica IgE mediata e di questi, 6 milioni sono bambini.
La rinite allergica esordisce infatti di solito prima dei 20 anni, con una media compresa tra gli 8 e gli 11 anni di vita. L’impatto della malattia sulla vita di questi bambini è tale da determinare più di 2 milioni di giornate di assenza dagli istituti scolastici ogni anno e da interferire con le funzioni cognitive e dell’apprendimento.(2, 3) Inoltre, circa la metà dei pazienti lamenta i disturbi legati alla rinite allergica per più di 4 mesi all’anno e il 20% ne risulta invece affetto per almeno 9 mesi all’anno. Tra i disturbi più frequenti della rinite allergica, la perdita dell’olfatto rappresenta quello più frequente e disabilitante.
Anatomia dell’olfatto
La cavità nasale può essere suddivisa in tre parti: il vestibolo nasale, la regione respiratoria e infine, la regione olfattoria. In media, la superficie dell’intera cavità nasale occupa circa 150 cm2, con un volume complessivo di 12 mL. Le sostanze odorigene fluttuano nell’aria inspirata attraverso le narici verso la regione olfattoria, ma vengono anche diffuse dalla componente acquosa del muco, per raggiungere infine i neurorecettori siti nel bulbo olfattivo.
Valutazione dei disturbi dell’olfatto
Le alterazioni dell’olfatto associate alla rinosinusite sono l’anosmia, l’iposmia e la disosmia (disturbo qualitativo della percezione olfattiva) che comprende a sua volta la fantosmia (percezione sgradevole in assenza di alcuna stimolazione olfattiva) e la parosmia (percezione distorta della stimolazione olfattiva reale). I test che si possono effettuare comprendono la valutazione della soglia percettiva olfattoria e la capacità di discriminare le sostanze odorigene tra loro.
L’impatto della rinite allergica sull’olfatto
L’analisi dei dati relativi alla soglia di percezione di un odore ha dimostrato che il 23.1% dei pazienti con rinite allergica presenta significative riduzioni della funzione olfattiva, associate ad uno stato di rinosinusite o di poliposi nasale. E’ interessante rilevare che non sembra esistere una correlazione tra le misurazioni dei flussi intranasali e l’entità del deficit olfattivo: questo dato suggerisce che il problema principalmente determinante questa disfunzione percettiva non risieda solo nella congestione e che le analisi flussimetriche di fatto non riflettano la condizione della regione olfattoria del naso.
Simonetta Calamita