E’ di pochi giorni fa la notizia della morte di una giovane palermitana, Gaetana Priola , di 18 anni, a causa di una fascite originata pare da un ascesso dentario.
Questa notizia, oltre a suscitare un inevitabile senso di sbigottimento e dolore, ha provocato una comprensibile reazione di rabbia, risultando inconcepibile che nel XXI secolo, e in un paese come l’Italia , si possa morire per un simile motivo.
La ragione ultima di questa morte è stata ravvisata nella mancanza di risorse economiche della giovane, che le avrebbe impedito di sottoporsi alle cure a lei necessarie.
Giudicare gli eventi unicamente dalla lettura degli articoli apparsi sui giornali è come sempre molto difficile e sarà compito della magistratura appurare se in questa vicenda ci siano delle responsabilità e delle negligenze.
A mio avviso però la mancanza più grave nei confronti di questa giovane lo Stato e la Sanità Pubblica l’ hanno manifestata quando non hanno saputo comunicarle l’importanza dell’attenzione alla propria salute in generale e a quella orale in particolare e soprattutto la certezza che questa viene salvaguardata e garantita in ogni modo e in maniera uguale per tutti.
Questa mancata fiducia può, a mio avviso, aver portato al fatale ritardo nell’iter diagnostico e terapeutico che si è avuto in questo caso, con l’esito infausto che consciamo: se la giovane si fosse rivolta per tempo ad un medico e si fosse affidata alle sue cure, la sua situazione avrebbe potuto evolversi in modo ben diverso.
L’odontoiatria italiana è una delle migliori al mondo e spesso quella privata si trova a supplire ai bisogni che quella pubblica non può o non vuole soddisfare: sono certa che qualsiasi odontoiatra italiano, che lavori nel pubblico o nel privato, non avrebbe esitato ad intervenire in una situazione simile, così come accade tutti i giorni negli studi dentistici di tutta Italia.
Leila Makki