I problemi di movimento rappresentano una delle sfide terapeutiche più impegnative nei pazienti con sclerosi multipla, e quindi vanno accolti con interesse i risultati preliminari dello studio Enable, presentati al recente Congresso della Società Italiana di Neurologia tenutosi a Milano, che sembrano dimostrare un effetto positivo di un particolare trattamento (farmpridina a rilascio prolungato) su questo parametro.
La ricerca ha infatti dimostrato che questa terapia è in grado di indurre un miglioramento statisticamente significativo della funzionalità fisica dei pazienti trattati, con evidenti ricadute positive sulle loro condizioni psicologiche.
Il trial, della durata di 48 settimane, ha preso in esame 901 pazienti, di cui 78 italiani, ed ha coinvolto 85 centri in Europa, Canada e Australia.
I centri italiani partecipanti sono stati il San Raffaele di Milano, l'ospedale di Padova, il Careggi di Firenze, il Sant'Andrea di Roma e l'azienda universitaria-ospedaliera di Bari. All'inizio del trial i pazienti reclutati mostravano una disabilità motoria tale da avere impatto sulle attività della vita quotidiana e necessitavano di assistenza nella deambulazione su distanze superiori a 200 metri. Secondo Pietro Gallo, direttore del Centro Sclerosi Multipla dell'Azienda ospedaliera-universitaria di Padova, "nella sclerosi multipla la capacità di movimento è un aspetto molto importante poiché compromette fortemente l'indipendenza del paziente, con una progressiva perdita della qualità di vita".
Oggi in Italia sarebbero circa 68.000 le persone colpite dalla patologia neurologica.
Alessandra Pompei